domenica 4 dicembre 2011

Vanina Vanini, 1961



 
Regia di Roberto Rossellini, con Sandra Milo (Vanina Vanini), Laurent Terzieff (Pietro Missirilli), Enrico Glori (Monsignor Bernini), Nerio Bernardi (Cardinale Savelli).

Nella Roma del 1823 Vanina Vanini, principessa romana, si innamora ricambiata di Pietro Missirilli, giovane carbonaro che fuggito di prigione trova rifugio a Palazzo Vanini. Quando Pietro torna in Romagna per continua re la lotta carbonara, Vanina lo segue, ma non tarda a sentirsi messa da parte in nome dell’ideale patriottico.
A causa di ciò prende una decisione estrema che porterà solo guai…

Tratto dall’omonimo racconto presente nelle CRONACHE ITALIANE di Stendhal(), è un drammone tipico di una certa parre di vecchio cinema italiano, a dire la verità guardandolo senza sapere il regista si stenta a riconoscere lo stile di Roberto Rossellini, il maestro del neorealismo, anche se non manca la predisposizione a raccontare il dramma nudo e crudo.
In effetti la storia è drammatica e tormentata, più che come storia d’amore, per i dilemmi che attanagliano i due tormentati protagonisti: Vanina (interpretata da un’ottima Sandra Milo, nel suo ruolo migliore- a mio avviso- insieme a quello del film LA VISITA, che con la sua recitazione fa trasparire il dramma, la passione e la sofferenza della protagonista) è una giovane nobildonna che nell’amore vede un riscatto dalla  vita troppo chiusa e conformista che il suo rango le impone, una vita che la soffoca con la sua mediocrità; le sue aspettative verranno tragicamente deluse, portandola a una rovina da lei stessa perpetrata per disperazione e incoscienza.
Anche il protagonista maschile, sebbene l’attore che lo impersona reciti in modo più “manierato” e aderente al ruolo di bello e dannato, esprime tormento e dolore, diviso com’è tra amore e patriottismo (anche se non ho mai capito, a tutti gli effetti, perché dovesse per forza scegliere…si vede che non mi sono calata abbastanza nel periodo storico!).
Alla tragedia che si consuma fa da cornice una Roma prima e una Romagna poi bellissime e ottimamente evidenziate dalla fotografia.
Essendo un classico dimenticato del nostro cinema, meriterebbe una riscoperta, ma attenzione: troppo tragico, potrebbe deprimervi!


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