sabato 3 dicembre 2011

La lettera scarlatta (The scarlett letter ), 1995


 

La%20Lettera%20Scarlatta
Regia di, Roland Joffè con Demi Moore (Esther Prym), Gary Oldman (Arthur Dimmensdale), Robert Duvall (Roger Chillworthing), Lisa Joliffe- Adoh (Mituba), Joan Plowright (Harriet Hibbons).

Nel Massachussets del ‘600, Hesther Prynne vive nella comunità puritana, persona stimata da tutti in quanto vedova del medico della comunità, ucciso per mano degli indiani.
Ma la sua vita cambia, dopo una relazione, rimane incinta e non solo si rifiuta di abortire, ma anche di rivelare l’identità del padre del bambino; per questo viene denunciata dal marito ( che ritorna in quanto non era morto), processata e condannata a portare cucita sui vestiti una “A” (Adultera) rossa.
In realtà la donna tace anche per proteggere l’uomo che ama e padre della figlia, il reverendo Arthur Dimmesdale, uno degli uomini più stimati della comunità; il quale all’inizio accetta la situazione, ma poi amore e rimorso prevalgono…


Tratto dal romanzo omonimo (1850), di Nathaniel Hawthorne, è un adattamento superficiale di un romanzo complesso. Rimane in comune il messaggio di condanna di una  società bigotta e ipocrita, ma per il resto non si può dire ci sia molto altro: interpretazione sopra le righe di un Gary Oldman che più che appassionato o tormentato appare il più delle volte spiritato, Interpretazione accettabile di Demi Morre che imprime nella sua Esther un’espressione non solo di sfida ma anche di orgoglio e di fierezza, e interpretazione da cattivissimo per Robert Duvall nel ruolo del marito (che  forse non aveva tutti i torti, eh): tanto per metterlo ancora di più in cattiva luce, rispetto al romanzo sono stati annullati anche i pochi tratti positivi del personaggio.
La migliore del trio è quindi la Moore, anche se devo dire che certamente più che l’interpretazione degli attori in questo film mi hanno colpito molto i bellissimi costumi molto curati e la ricostruzione della vita nella cittadina del ‘600.
31711Peccato per il lieto fine stucchevole- anche se speranzoso- e inesistente nel romanzo, anche questo in tipico stile hollywoodiano (si ha cioè una certa tendenza a cancellare i finali brutti, soprattutto nelle storie d’amore).
Tutto sommato, senza arte né parte ( e difatti mi pare non venga molto ricordato nemmeno da chi l’ha effettivamente visto!) 


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