sabato 5 gennaio 2013

Settimo cielo (Seventh Heaven), 1927





Regia di Frank Borzage, con Janet Gaynor ( Diane),Charles Farrell ( Chico).

Parigi,1914.Diane è una giovane donna che vive nei bassifondi di Parigi con la crudele sorella che la maltratta e, a un suo tentativo di scappare, cerca di ucciderla.In suo difesa interviene Chico, uno spazzino che mette in fuga la cattiva e cerca di dissuadere la sventurata Diane dall’idea del suicidio.Mosso a compassione dalla sorte cui andrebbe incontro Diane, che è sola al mondo come lui, il giovane decide di ospitarla in casa propria, una soffitta di un palazzo popolare, da cui si vede tutta Parigi.
Vivendo insieme i due s’innamorano e si sposano, ma scoppia la Prima Guerra mondiale e Chico è costretto a partire…


Tratto da un racconto dello sconosciuto ( almeno per me, non ho trovato nulla su questo autore nemmeno su Internet) Austin Strong-intitolato anch’esso SETTIMO CIELO,1922-, mi rendo conto che ora quasi nessuno lo conosce:ed è veramente un peccato.Perchè questo è un film talmente bello,talmente ben fatto ( il regista Borzage denota una maestria e una sensibilità rare), talmente…super, che in un breve commento non trovo tutte le parole per descriverlo come merita. Vedere la storia d’amore tra i due giovani poveri che trovano il loro angolo di paradiso in una soffitta è come leggere una poesia, e questo film è una vera poesia d’amore. E’ un film muto, ma sicuramente molto più espressivo di molti film sonori( soprattutto di oggi), e non solo grazie alla bravura del regista,ma anche grazie all’alchimia tra i due protagonisti Charles Farrell e Janet Gaynor, una delle coppie più belle mai viste al cinema,alla fotografia che ci mostra le fantastiche vedute di Parigi dalla soffitta in un’aura quasi magica e la bellissima colonna sonora ( ovviamente, per la nostra epoca, abbastanza datata, ma a me è piaciuta tantissimo.
 Per cercare di dare un’ulteriore idea della bellezza e della poesia espresse in questo film cito il parere di Martin Scorsese nel suo documentario VIAGGIO NEL CINEMA AMERICANO:” …Borzage non era una persona colta, il suo stile era istintivo…ciò che lo ispirava era la forza stessa delle emozioni.Era questo il grande mistero che elevava i suoi melodrammi al rango di pure canzoni d’amore”.
Il film fu uno dei grandi protagonisti della prima Notte Degli Oscar nel 1928:vinse tre premi Oscar ( Borzage come miglior regista, Janet Gaynor come miglior attrice e miglior sceneggiatura.



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