giovedì 3 gennaio 2013

Qui dove batte il cuore (Where the heart is), 2000


 
Regia di Matt Williams , con Natalie Portman (Novalee Nation), Ashley Judd (Lexie Coop), Stockard Channing (Thelma Husband),Dylan Bruno (Willy Jack),Joan Cusak (Ruth Meyers),James Frain (Forney)

 

La 18enne Novalee, incinta, viene abbandonata dal fidanzato in un grande magazzino mentre si stavano recando in California. Senza soldi la giovane si nasconde lì per qualche giorno fino a quando, in preda alle doglie viene soccorsa da un fotografo e portata in ospedale, dove partorisce una bambina chiamata Americas.

Dopo il parto tutta la cittadina adotta mamma e figlia, che costruiranno lì il loro futuro….

 

 

Tratto dal romanzo omonimo (1998) di Billie Leets, è una commediola zuccherosa, non proprio brutta ma di una banalità sconcertante.

Non per colpa dei dignitosi interpreti, ma è proprio la storia stessa e i personaggi che lasciano molto a desiderare!

In primis, i personaggi non brillano per particolare acume: l’ostetrica (Sic!!!) interpretata da Ashley Judd ha sei figli tutti avuti da uomini diversi perché di volta in volta di dimenticava o non prendeva precauzioni bevendosi anche eventuali cacchiate del partner di turno; la protagonista nonostante venga abbandonata agli sgoccioli della gravidanza non pensa minimamente di chiedere aiuto a chicchessia e l’unica soluzione che trova è quella di nascondersi in un grande magazzino; il fidanzato della protagonista l’abbandona incinta per strada perché pensa che lei e il bambino saranno un’ostacolo alla sua grande carriera di musicista, salvo poi dedicarle delle canzoni che un diabetico è meglio che non ascolti perché rischia grosso….insomma, non si sa se ridere o piangere.

Passando sopra  a ciò non è un film inguardabile, probabilmente però l’unico scopo giustificabile per averlo girato è fornire a due attrici all’epoca ancora emergenti (Portman e Judd) una palestra in cui fare esercizio e a un’attrice navigata come Stockard Channing un’occasione per guadagnarsi la pagnotta, dato che già all’epoca le sue apparizioni erano molto rare.

Ultima nota: propongo una legge che permetta alla sventurata Americas di chiedere un risarcimento alla madre per averle dato quel ridicolo nome!
 
 

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