giovedì 24 novembre 2011

Generazione mille euro, 2009



 Regia di Massimo Venier, con Alessandro Tiberi (Matteo), Carolina Crescentini( Angelica), Valentina Lodovini (Beatrice),Francesco Mandelli (Francesco), Paolo Villaggio (il professore), Francesco Brandi (Faustino).

Matteo è un giovane come tanti, oggi: 30 anni, laureato in matematica, precario in una multinazionale per mille euro al mese per sei mesi, non si sa se rinnovabile. Vive a Milano con l’amico Francesco, e si arrabatta come può e come viene, aspettando un’occasione migliore che non arriva. Arrivano invece due ragazze, Beatrice e Angelica, la prima precaria peggio di lui, la seconda manager nella multinazionale, e Matteo si ritrova diviso fra le due…



Tratto dal romanzo omonimo  di Antonio Corvaia e Alessandro Rimassa  (2006 ),il film  è  una commedia carina e realistica, nonostante qualcuno dica di no…in effetti c’è anche peggio, molti precari non arrivano nemmeno ai mille euro al mese!Sentendomi parte in causa(ebbene sì, anche la sottoscritta fa parte della “generazione 1000 euro…o anche meno”, essendo maestra d’asilo precaria), devo dire che per molti versi la storia, pur raccontata con leggerezza, mi ha lasciato l’amaro in bocca e ha contribuito notevolmente a rinfocolare la mia amarezza e tristezza per una condizione lavorativa contro cui non posso combattere e che non mi permette di fare scelte di alcun tipo.
Ebbene sì, Beatrice, Matteo, Francesco, Faustino sono io, siamo noi, tanti giovani d’oggi sfruttati e presi in giro dal mondo del lavoro e dalla società :perché è facile dire “i trentenni non si sposano, non fanno figli, stanno in casa coi genitori…” senza sapere che spesso sono scelte obbligate:se non ho il lavoro fisso come faccio a essere indipendente?A vivere da sola, a costruire una famiglia, a pagare semplicemente un affitto, se non hai la certezza nemmeno di lavorare il mese dopo(nel mio caso addirittura il giorno dopo!)? come è possibile costruirsi un futuro, lavorativo e non, con contratti di sei mesi o anche meno?
Detto questo, il film nonostante l’argomento non è un film di denuncia, anche se per certi versi si può interpretare in questa maniera. Ha molti momenti divertenti, e lavora molto sulla capacità dei giovani precari di adattarsi alle esigenze del momento, capacità che devono sviluppare per forza, se vogliono sopravvivere, dato che non hanno molta scelta!
Il finale è ottimistico, lo sconosciuto attore che interpreta Matteo è simpatico e bene in parte, ma molto affascinanti e forti in questo film sono le due donne diverse e contrapposte, Beatrice così semplice e solare, e Angelica bella, fredda e opportunista.
Bravo anche Paolo Villaggio nel ruolo di un professore universitario alle soglie della pensione,disilluso e in apparenza cinico, ma che in realtà fa da figura paterna per il protagonista.
chissà se anche io riuscirò a rassegnarmi alla precarietà come pare fare il protagonista alla fine...





Nessun commento:

Posta un commento