giovedì 24 novembre 2011

..E le stelle stanno a guardare,1971




Ambientato nel Galles dei primi del ‘900, narra le vicende intrecciate degli abitanti di un paesino di minatori: C’è Davide Fenwick minatore assieme al padre e ai fratelli, che però riesce a studiare e intraprende la carriera di insegnante per migliorare la propria condizione: Joe Gowlan, amico di Davide, un perdigiorno disonesto che vive solo per tirare acqua al proprio mulino; Richard Barras, il tirannico e disonesto proprietario della miniera; Arthur Barras, figlio di Richard, un giovane sensibile e onesto che, nonostante sia disgustato dalle scorrettezze paterne non riesce ad opporvisi.E molti altri personaggi, le cui storie si protrarranno per diversi anni, tra gioie (poche) e dolori(molti)…

Tratto dal romanzo omonimo (1971)  di Archibald Joseph Cronin, è a mio avviso uno degli sceneggiati più belli della tv italiana. Certo se consideriamo i vecchi sceneggiati c’è  solo l’imbarazzo della scelta, ma trovo che questo abbia un tocco di sentimento e pathos in più, probabilmente per via della storia, ma non solo.
Come da trama, la vicenda è imperniata su una serie di personaggi che nel corso degli anni intrecciano le loro vite; ciò che le accomuna fin dall’inizio è la provenienza da un povero paesino di minatori del Galles, e soprattutto la voglia di vivere una vita migliore, di scappare dalla miniera. Tutti perseguono questo scopo nei modi più diversi: il generoso e solido David con lo studio e il lavoro, il disonesto Joe (ma cosa ci avranno mai trovato tutte le donne dello sceneggiato per cadergli ai piedi?!Oltretutto era pure bruttissimo!) truffando e ingannando, Sally, la tormentata moglie di David, rovinando gli altri e anche sé stessa, Grace, la figlia del proprietario della miniera Barras, partecipando alla prima guerra mondiale come infermiera….alcuni di questi personaggi troveranno il loro posto nel mondo, ma per la maggior parte di loro l dura lotta si ridurrà tristemente ad una sconfitta.
Come sempre in prodotti di questo tipo, ottimi gli attori, in particolare Anna Maria Guarneri nel primo ruolo “da cattiva” nella sua carriera, costellata finora da ruoli di “buona e santa”…il suo personaggio è forse il più complesso del romanzo, in quanto Sally non è una semplice cattiva, è una donna tormentata che riesce solo a fare del male a sé stessa e agli altri, non riuscendo a dare alle cose materiali né a quelle affettive il giusto valore. Sempre scontenta e amareggiata, il suo personaggio è quello che ha la storia più drammatica e forse anche la fine più crudele, dopo quella dei minatori sepolti vivi nella miniera.
A proposito di questo episodio, incredibile il modo in cui il regista è riuscito a rendere la drammaticità della tragedia; le scene dell’agonia sono lente, centellinate…danno proprio il senso della sofferenza patita e della morte. Insomma, ero in lacrime!
Se potete guardatelo, o anche leggete il libro, ne vale sicuramente la pena.





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