giovedì 24 novembre 2011

La prima linea, 2009




Regia di Renato De Maria, con Giovanna Mezzogiorno (Susanna Ronconi), Riccardo Scamarcio (Sergio Segio),Fabrizio Rongione (Piero).

Nel 1982, mentre si reca con alcuni compagni verso Rovigo per far evadere la propria compagna ivi rinchiusa, il terrorista di Prima Linea Sergio Segio, ripercorre la sua vita, dagli scioperi nelle fabbriche alla scelta della lotta armata, all’incontro con la compagna Susanna all’omicidio del giudice Alessandrini…

Tratto da MICCIA CORTA, autobiografia dell’ex terrorista Sergio Segio, il mio primo impatto con questo film è stato il solito che ho quando sento di libri o film con protagonisti ex terroristi, e cioè: come mai molti autori esordienti non trovano uno straccio di editore per pubblicare i loro lavori, mentre assassini della risma di Segio e altri(troppi, a mio avviso!) finiscono non solo in libreria, ma pure al cinema?
Misteri della fede: a mio personale giudizio per certa gente dovrebbero ripristinare la pena di morte. Ma se proprio non si può, che stiano in carcere a scontare i vari ergastoli che hanno collezionato, Ma se proprio non si può fare nemmeno questo, visto che siamo in Italia dove c’è sempre qualcuno che si preoccupa per questa gente, che almeno se ne stiano buoni e zitti nel loro angolino, ringraziando di vivere in un paese permissivo come il nostro!
Invece no, scrivono libri, partecipano a conferenze, fanno lavori anche importanti e qualcuno è stato pure eletto parlamentare!
Va da sé che pure i protagonisti di questo film fanno parte di questa categoria di persone; tant’è che io solitamente boicotto qualsiasi prodotto scritto da loro e su loro. Stavolta però ho deciso di vedere questo film, che ha dei pregi non scontati: ad esempio, ci risparmia smancerie e sentimentalismi della coppia protagonista(che appare invero piuttosto freddina), per concentrarsi sulle problematiche della vita dei terroristi, che alla fine vengono ritratti come gente avulsa dal resto del mondo, anche da quelli che la pensano come loro ma che rifiutano la lotta armata.
Avulsa soprattutto come idee, ma anche come stile di vita, visto che devono vivere sempre in clandestinità, nella più totale falsità, nella più totale precarietà, costretti ad allontanarsi anche dagli affetti più cari.Insomma, dei perdenti fatti e finiti, tant’è che a tratti si prova pure pena per loro, finchè non ci si rammenta di quello che hanno fatto….
Giovanna Mezzogiorno è credibile nel ruolo della terrorista, anche se il suo aspetto dolce contrasta con la ferocia che anima il suo personaggio; Riccardo Scamarcio…è lo Scamarcio di sempre. Però dai…almeno ci prova!Ma la barbetta anni ’70 è inguardabile…






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