mercoledì 23 novembre 2011

La custode di mia sorella (My sister's keeper),2009


Regia di Nick Cassavetes, con Cameron Diaz (Sara Fitzgerald), Sofia Vassilieva (Kate Fitzgerald),Jason Patric (Brian Fitzgerald), Abigail Breslin (Anna Fitzgerald), Alec Baldwin (Campbell Alexander),Evan Ellingson (Jesse Fitzgerald), Joan Cusack(Joan de Salvo).

Anna Fitzgerald ha undici anni e la sua vita è stato un continuo andirivieni dagli ospedali, dove ha subito trattamenti dolorosissimi; però la malata non è Anna ma sua sorella Kate, di diciassette anni), affetta da una grave forma di leucemia sin da piccola.I loro genitori hanno concepito Anna in provetta per usarla come donatrice compatibile in caso di qualsiasi bisogno, ma quando le viene imposto di donare un rene alla sorella Anna si ribella e si rivolge a un avvocato, Campbell Alexander, per far valere i diritti sul proprio corpo; la bambina fa causa ai genitori e la madre Sara, ex avvocato, decide di difendersi da sola…

Tratto dal romanzo omonimo (2005) di Jodi Picault , è un film sconvolgente, toccante, bellissimo e coraggioso, il primo- almeno credo- che tratta di un tema controverso e scottante: è giusto per salvare un figlio malato, concepirne un altro e usarlo come fornitore di pezzi di ricambio?
La riposta non è così semplice, anche se nel mio caso(ma avevo già letto il libro, molto più crudo e meno buonista del film, oltre ad aver talgiato la storia dell'avvocato e del fratello Jesse) ho parteggiato  più per la povera Anna, sin da piccola privata di una vita normale e sacrificata per amore della sorella. La madre in particolare pensa che sia scontato che lei metta il benessere di Kate davanti al proprio, che si sottoponga a operazioni dolorosissime senza controbattere; a tal punto che, quando Anna si ribella, nella scena in cui spiega i suoi motivi per cui si rifiuta di dare un rene- che non salverà Kate ma potrà prolungare di qualche mese la sua vita- ( e sono motivi gravi:l’operazione è rischiosa, e se la farà Anna non potrà fare sport, non potrà avere figli, non potrà mangiare normalmente, insomma rimarrà menomata per sempre), la donna non fa una piega.
In realtà Sara, interpretata da un’ottima Cameron Diaz, è una madre disposta davvero a tutto per salvare la figlia malata, non si rende completamente conto che così sacrifica una figlia per amore dell’altra…anche quando si arrabbia con Anna, non la odia, nonostante ciò non riesce, a mio avviso, ad amarla e capirla come fa con Kate. Tutti gli attori del film sono davvero straordinari nella loro semplicità e umanità: Jason Patric nel ruolo del padre, più comprensivo della moglie di fronte alla tragedia delle figlie, e soprattutto l’affiatamento tra le giovani e brave Abigail Breslin e Sofia Vassilieva, due sorelle unite dalla sorte nella malattia della prima, ma in cui c’è un rapporto normale di complicità e affetto e non un rapporto di dipendenza, al punto che Kate appoggia Anna nella sua lotta.
La parte più commovente del film è quella riguardante il fidanzatino di Kate, anche lui malato,storia destinata a una triste fine, ma tenera e dolce come quella di tanti adolescenti sani: l’unico momento di gioia per Kate in tutto il film, insieme alla gita al mare.





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