sabato 27 giugno 2020

Guardie e ladri, 1951

Regia di Mario Monicelli e Steno, con Totò (Ferdinando Esposito), Aldo Fabrizi (Lorenzo Bottoni), Ave Ninchi (Giovanna Bottoni), Pina Piovani (Donata Esposito), Carlo Delle Piane( Libero Esposito), Alida Cappellini (Bice Esposito), Rossana Podestà (Liliana Bottoni).



Ferdinando Esposito è un ladruncolo e truffatore di mezza tacca col cui "lavoro" però mantiene da anni la propria famiglia (moglie, due figli e un cognato disoccupato). Un giorno rimane vittima di una sua truffa un turista americano, che denuncia la cosa al solerte poliziotto Lorenzo, il quale, pur di rintracciare il ladruncolo, è disposto veramente a tutto...




Imperdibile questo classico del cinema italiano con protagonisti una delle coppie più amate e collaudate dell'epoca: Totò e Aldo Fabrizi.
Come da copione i due interpretano il solito duo di personaggi che sono l'uno l'opposto dell'altro, fisicamente, come carattere e anche come vita: da un lato abbiamo Totò, furbo ladruncolo e truffatore fiero della propria professione con la quale mantiene la famiglia e ai cui figli- pur senza rivelare la professione paterna- dispensa insegnamenti di vita  per non farsi fregare dagli altri. Dall'altra Aldo Fabrizi, serioso poliziotto ligio al dovere anch'egli con famiglia.
I due si conoscono nel più classico dei modi vita la situazione: un turista americano, vittima dell'ennesima truffa dell'estroso Ferdinando, lo denuncia e il solerte poliziotto Lorenzo prendde in carico l'indagine arrivando a un tragicomico inseguimento che va bene al ladruncolo, magro e agile rispetto al corpulento rivale".
In preda allo smacco e per di più "minacciato" dai superiori di segnalare la cosa sul proprio Cv (il che macchierebbe un'onorata carriera) il Fabrizi prende la cosa talmente sul serio che ingaggia una spietata lotta senza badare ad alcun mezzo, arrivando a costringere l'intera famiglia ad entrare in rapporto con la famiglia di Totò anche se questi sono, a conti fatti, degli emeriti sconosciuti. 

Incredibilmente ( e grazie a spassose trovate comiche) il piano riesce, anche troppo: non solo i due figli minori di entrambi fanno amicizia, ma la figlia maggiore di Fabrizi si innamora, ricambiata, del giovane cognato di Totò, disoccupato e alla ricerca di un impiego onesto. La vicenda quindi si complica ulteriormente, anche perchè entrano in gioco anche sentimenti di solidarietà e- forse- amicizia vera (Lorenzo alla fine capisce che Ferdinando è un poveraccio dall'animo buono e i suoi familiari sono persone meritevoli, e quindi finisce ad aiutarli per vera solidarietà).
Ovviamente la parte del leone del film è costituita dal duo Fabrizi- Totò (sia in coppia che da soli), ma anche gli altri attori sono tutti di primo piano: in particolare abbiamo Ave Ninchi nel ruolo della moglie di Fabrizi che, dapprima diffidente, si lascia trascinare nel progetto del marito e un giovanissimo Carlo Delle Piane nel ruolo del figlio sgamato di Totò che dà insegnameno ti di vita al più ingenuo figlio di Fabrizi. Indimenticabile la scena dove legge il tema assegnatogli a scuola: "Il lavoro di mio padre"...


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