mercoledì 3 settembre 2014

Philomena, 2013



Regia di Stephen Friars, con Judy Dench (Philomena Lee),Steve Coogan (Martin Sixsmith),Anna Maxwell Martin (Jane),Barbara Jedford (Suor Hildegard),Sean Mahon (Michael Hess),Mare Winningham (Mary Hess).


Nel 1955 la giovanissima irlandese  Philomena rimane incinta e perciò rinchiusa in un convento dove partorisce un bambino, Anthony, che dopo tre anni viene dato in adozione a insaputa della madre.
Cinquant'anni dopo Philomena racconta la sua storia al giornalista Martin, che per fare l'articolo decide di accompagnare Philomena alla ricerca del figlio perduto....



Una storia vera, tratta dal libro "Philomena" di Martin Sixsmith, su un argomento già trattato nel 2002 nel film "Magdalene", e che ha fatto molto discutere quest'inverno in quanto i posti come quello raccontato nel film, gestiti da religiose ma praticamente dei lager dove,oltre a umiliazioni e sofferenze di ogni tipo, le "ospiti" venivano spesso psicologicamente indotte a rinunciare ai propri figli quando addirittura non gli venivano sottratti con l'inganno, non erano affatto rari una volta. E la Chiesa non ha mai aiutato troppo a fare luce su questi misfatti, anche quando i tempi sono cambiati.
La protagonista, Philomena appunto, pagherà molto caro il "peccato di gioventù" commesso da ragazzina (e di cui peraltro giustamente non si è mai pentita): rimasta incinta e abbandonata da tutti, viene affidata a una cosidetta "casa per ragazze madri" gestita da suore, dove tra mille sofferenze fisiche (partorisce senza antidolorifico e non viene chiamato il medico quando il bambini risulta podalico!) e psicologiche (le ragazze dovevano rimanervi per quattro anni lavorando in condizioni di schiavitù per "ripagare" il loro debito con le suore e potendo vedere pochissimo i loro piccoli), e dove molto spesso i bambini venivano tolti all'improvviso alle madri e fatti adottare (in molti casi probabilmente a pagamento) da famiglie spesso straniere, in modo che si perdessero le loro tracce.
Nonostante Philomena sia spesso tornata, nel corso degli anni, al convento cercando notizie del figlio, anche le nuove suore (sicuramente migliori di coloro che le avevano precedute) si sono sempre rifiutate di aiutarle, in modo piuttosto ambiguo; dopo cinquant'anni l'incontro fortuito con il giornalista in crisi Martin le dà una nuova speranza. Philomena è un personaggio molto bello, magistralmente interpretata da Judi Dench in quello che, a mio avviso ,è il suo ruolo migliore: una donna semplice, che nonostante i dolori della vita sa ancora entusiasmarsi e provare piacere per le piccole cose (un romanzo d'amore,la gentilezza delle persone,la vista dalla camera d'albergo...), e sopratutto, una donna forte a cui non sono riusciti a portare via la fede: essa sa distinguere tra Dio e il messaggio del Vangelo e coloro che, arrogandosi un diritto che non avevano,hanno manipolato la fede ergendosi a rappresentanti di Dio in modo indegno.
a differenza di Martin, che senza particolari motivi prova rancore e rabbia, Philomena è una donna libera proprio perchè quei due sentimenti non le appartengono, come dimostra nella scena clou dove perdona la suora più cattiva, che le aveva fatto più male.
Un film toccante, che nonostante la drammaticità dell'argomento affrontato alla fine proprio grazie al personaggi di Philomena e al suo messaggio, lascia anche un senso di speranza e serenità.






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