Regia di Carlo Verdone, con Carlo Verdone (Federico), Paola Cortellesi (Luisa Tombolini), Lorenzo Richelmy (Niccolò),Tea Falco (Lia), Eleonora Sergio (Gemma).
La vita del ricco broker Federico subisce un vero e proprio terremoto in pochi giorni: prima muore la ex moglie ed è costretto a far venire a casa sua e della fidanzata Gemma i due figli Niccolò e Lia assieme ad Aisha, la figlia di tre anni di Lia; poi a causa di alcuni traffici illeciti da parte del direttore la sua società viene chiusa e lui perde il lavoro.
I problemi di adattamento per Federico sono molti, sopratutto visto che si ritrova a tu per tu con due figli a lungo trascurati, ma per fortuna nell'appartamento vicino si trasferisce la simpatica Luisa....
Negli ultimi anni i film di Verdone hanno virato più su una vena intimistica e drammatica,pur senza rinunciare ai momenti di comicità che da sempre contraddistinguono la sua carriera. Personalmente questa svolta più matura non mi dispiace, è un regista che sa trattare temi attuali e seri (come i padri divorziati in "Posti in piedi in Paradiso", oppure il rapporto tra un padre assente e i due figli in questo) senza pesantezza e spesso con il sorriso. Fa sorridere e riflettere, lasciando aperto sempre un varco di ottimismo.
Federico, il personaggio interpretato da Verdone, non è proprio positivissimo per sua stessa ammissione: ha lasciato la famiglia quando i figli erano piccoli senza preoccuparsi di creare con loro un rapporto, ma trascurandoli per il lavoro; lui stesso ammette di aver sempre faticato a sentirsi padre, tant'è che non riesce nemmeno ad andarsene alla festa di compleanno della fidanzata quando viene avvisato che la ex moglie è in ospedale grave per un incidente, e arriva troppo tardi, aggiungendo rancore a rancore.
Senza contare che quando i figli arrivano a casa non sa imporsi con la compagna per fare in modo che vengano rispettati, e avviene anche il contrario; del resto nemmeno lui sa farsi rispettare pretendendo dai due bamboccioni almeno un contributo in casa. Tra di loro ci sono molte cose non dette (altro problema, la mancanza di dialogo e di voglia di ascoltare da entrambe le parti), molti rancori, ma anche molta voglia di recuperare che emergerà anche grazie all'arrivo di Luisa, una simpatica "tagliateste" che sentendosi in colpa per il suo lavoro cerca di rimediare trovando un nuovo lavoro a quelli che ha appena licenziato; non sono uan grande estimatrice della Cortellesi, ma in questo ruolo mi è piaciuta molto, perchè è anche grazie a lei che le cose tra Federico e i figli cominciano a cambiare.
Personaggi a parte, il malessere è proprio diffuso in generale nel film: a questo proposito mi è molto piaciuto il commento di Lia a Richard durante il loro primo incontro, quando dice che "in Italia i giovani sono dei fantasmi": vivendo questa situazione sulla mia pelle ho capito perfettamente il senso del discorso, e lo approvo. Per noi non c'è lavoro, non ci sono possibilità nemmeno di essere messi alla prova, le nostre esigenze non vengono riconoscoute....E' per questo che il finale mi è apparso amaro: per trovare la loro dimensione Niccolò e Lia sono costretti ad espatriare, proprio adesso che avevano ritrovato un rapporto con il padre e si erano riavvicinati.
Film interessante, Verdone è qualcuno che ha ancora molto da dire.
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