martedì 23 settembre 2014

I segreti di Borgo Larici, 2014



Regia di   , con Giulio Berruti (Francesco Sormani),Serena Iansiti (Anita Sclavi),Simone Colobari (Giulio Sormani),Adalberto Maria Merli (Giovanni Sormani),Davide Iacopini (Ludovico Sormani), Nathalie Rapti- Gomez (Claudia Beltrami), Daniela Virgilio (Sonia Ghelfi),Jesus Emiliano Coltorti (Ettore Giardini),Andrea Tidona (Augusto Beltrami), Massimo Wertmuller (Don Costante).


Borgo Larici, 1922: Francesco Sormani, nipote del fondatore dell'azienda tessile che domina il borgo e che gli ha dato vita, torna dopo alcuni anni trascorsi all'estero facendo il pilota per fare luce sulla morte della madre, avvenuta quando lui e il fratello Ludovico erano ancora bambini; secondo un anonimo biglietto ricevuto dal giovane, la madre non si è suicidata, come da sempre raccontato ai figli.
In paese incontra Anita Sclavi, maestra nella locale scuola elementare e figlia di un operaio dell'azienda Sormani; i due si innamorano ma Francesco è costretto con un inganno a sposare Claudia Beltrami, figlia di un onorevole con cui poco prima aveva avuto una storia....


Tra le fiction della scorsa stagione recuperate quest'estate (ma questa solo in parte, dato che alcune puntate le avevo già viste) c'è questa, molto sponsorizzata e che inizialmente ha avuto una storia un po' travagliata, dato che l'inizio è stato più volte rimandato.
Sulla carta gli elementi perchè me ne appassionassi c'erano tutti: periodo storico, un giallo ambientato in una piccola cittadina, una protagonista femminile non banale e scontata e Giulio Berruti, attore che molti non considerano granchè, ma la cui presenza basta per la sottoscritta per sciropparsi qualunque cosa (succede anche con Gabriel Garko...lo so, è una mia debolezza).
In realtà, non è andata così: anzi, ho fatto molta fatica a seguirla, l'ho trovata noiosa e se l'ho finita è solo perchè l'unica cosa veramente interessante era il mistero legato alla mamma di Francesco; come spesso accade nelle fiction targate Mediaset, troppi intrighi e troppi personaggi inutili hanno inficiato una storia potenzialmente interessante.
Peccato, perchè il personaggio di Anita aveva mantenuto le promesse: una donna più avanti rispetto al tempo in cui vive, intelligente, determinata, si interessa delle scienze e legge i romanzi di Sherlock Holmes da cui trae spesso le deduzioni che le servono per proseguire nelle indagini: è innamorata ma non è disposta a trasformarsi in uno zerbino per amore, è decisa a farsi rispettare. Devo dire che Anita, assieme al padre, è anche l'unico personaggio degno di nota: anche il protagonista Francesco, nonostante il fascino, non mi ha comunicato granchè ( ritornando al discorso di prima, probabilmente se non fosse stato interpretato da Berruti non mi avrebbe comunicato proprio nulla).Il personaggio di Claudia (interpretato da Natalie Rapti Gomez, attrice che nelle ultime fiction pare votata al ruolo dell'antagonista antipatica ma sotto sotto vittima) mi ha suscitato pena più che antipatia, è una giovane donna soggiogata alla figura del padre e talmente bisognosa di affetto da accettare di fare qualunque cosa egli le ordini, compreso fingersi incinta per incastrare Francesco (nonostante si intuisca che la ragazza, se fosse solo per lei, vorrebbe sì ottenere l'amore del ragazzo ma non a questi livelli), e di mendicare l'amore di un marito che le ha detto chiaramente che la sposa solo per dovere.
Personaggi sostanzialmente inutili la piccola cugina di Francesco (bambina insolitamente petulante, antipatichina), le cameriere e i domestici (che hanno una loro sottotrama che poi non approda a nulla), il fratello Ludovico e la perfida cognata Sonia: le loro storie non appassionano abbastanza, anzi spesso si accavallano l'una sull'altra confodendo lo spettatore.
Molto bella comunque l'ambientazione anni 20 (appena prima della marcia su Roma), e i costumi.
E poi: nell'ultima puntata, dopo che Claudia ha svelato il suo inganno, viene lasciata da Francesco che sposa Anita in chiesa...ma come?! Negli anni '20 non c'era il divorzio.
Ma non basta questo, per fare una fiction ben riuscita....


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