mercoledì 4 aprile 2018

Tonya (I,Tonya), 2018


Regia di Craig Gillespie , con Margot Robbie (Tonya Harding), Allison Jenney (Lavona), Sebastian Stan (Jeff Gilloy), Paul Walter Hauser (Shawn), McKenna Grace (Tonya bambina).



Fin da bambina Tonya Harding è stata costretta  a dedicare la sua intera vita al pattinaggio artistico, con grandi sacrifici nonostante la passione e il talento per questo sport; la madre Lavona attraverso violenze fisiche e psicologiche di ogni tipo l'ha praticamente isolata dal resto del mondo, impedendole di farsi degli amici, di vivere una vita normale e costringendola a dedicarsi esclusivamente al sogno di diventare campionessa.
Da questo punto di vista le cose funzionano, visto che a 21 anni sarà la prima donna a eseguire un triplo      e diventerà la più importante campionessa americana; ma dal punto di vista personale sarà devastante, visto che la povera Tonya pur di mendicare un po' di affetto finirà per sopportare non solo le violenze della madre ma anche quelle del marito Jeff....





Sono sempre rimasta affascinata dal mondo del pattinaggio artistico, sport che mi sarebbe piaciuto provare a praticare anche se non lo seguo tantissimo; quindi quando ho sentito dell'uscita di questo film ho desiderato subito vederlo anche se personalmente non conoscevo nè Tonya Harding nè la sua storia, certamente particolare.
Tonya Harding infatti divenne famosa nel   per essere stata la prima atleta americana a eseguire un triplo axel (passaggio molto importante e difficile del pattinaggio), ma meno di due anni dopo la sua carriera fu stroncata dalla condanna per aver aggredito spezzandole le gambe Nancy Kerrigan, una pattinatrice sua rivale, il tutto con la complicità dell'allora marito Jeff e del suo amico Shawn.
Il film rientra nel genere "commedia nera", in quanto l storia è indubbiamente drammatica ma viene narrata in modo ironico, utilizzando le opinioni dei diversi personaggi coinvolti in interviste semi vere (realizzate cioè con gli attori nei loro ruoli, ma identiche a interviste fatte ai veri personaggi, mostrati alla fine del film): non emerge una verità unica riguardo alla storia dell'aggressione, perchè ognuno esprime solo il proprio punto di vista  della storia che sta raccontando. 

Vero è che però Tonya, seppure non ne esca benissimo (non si capisce se sia innocente o meno riguardo all'aggressione, per molte cose non riesce ad assumersi le proprie responsabilità ripetendo per qualsiasi cosa "non è stata colpa mia"), è un personaggio che mi ha toccato profondamente: fin da bambina è vittima della madre LaVona che applica su di lei un metodo educativo molto particolare, volto a tirare fuori le sue capacità : insultarla continuamente dandole dell'incapace e peggio, maltrattarla anche fisicamente e isolandola dal resto della comunità (a Tonya viene insegnato che le altre bambine sono sue nemiche). Tonya ha un buon rapporto con il padre, ma dopo il divorzio dei genitori è costretta a rimanere con la madre, con conseguenze ovvie: diventerà una giovane donna fiduciosa delle proprie capacità artistiche ma fragilissima per il resto, talmente bisognosa di essere amata da cadere tra le braccia del primo che passa, da sopportare le sue botte pensando di meritarle (perchè "anche mamma mi picchia ma mi vuole bene, no?") e non riuscendo a staccarsene del tutto. La sua solitudine nel film è palpabile ad ogni scena, quella culminante è quando si trucca prima della gara e deve trattenere le lacrime....per non parlare del fatto che, nonostante la sua potenza fisica, nello sport Tonya subisce continue discriminazioni dai giudici di gara per il fatto di essere di fisico tracagnotto, di origine contadina, di non avere alle spalle una bella famiglia perfetta tipicamente americana e di non avere nessun senso del gusto o dell'eleganza (Tonya si cuce da sola orribili costumi trash). Insomma non ho potuto non amarla: si impegna al massimo, convinta che ce la farà, ma trova solo muri attorno a sè. 
Tonya è ottimamente interpretata da Margot Robbie, candidata all'Oscar come migliore attrice protagonista per questo ruolo, molto brava nel mettere la sua fisicità al servizio del personaggio e delle sue emozioni, anche se non ho potuto non notare che in alcune scene viene ricercato "l'effetto Harley Quinn" (personaggio che la Robbie ha interpretato nel film "Suicide squad") che con questa storia non c'entra proprio nulla; strepitosa Allison Jenney ( che per questo ruolo ha vinto l'Oscar come migliore attrice non protagonista) nel ruolo dell'odiosa LaVona (l' ho proprio odiata credetemi!), la madre che nessun vorrebbe mai avere e che tuttavia ci regala anche irripetibili battute ironiche; bravi anche i due interpreti maschili, due falliti psicotici di prima categoria che trascinano alla rovina l'ingenua Tonya (almeno è l'idea che mi sono fatta della questione). Menzione speciale anche per McKenna Grace, che interpreta Tonya bambina, molto brava a rendere la personalità del pesonaggio già da piccola.Ottima anche la colonna sonora anni '80, che accompagna molto bene sia le scene sportive che quelle non sportive.
Un film molto bello in cui la parte sportiva ha la sua importanza senza risultare noiosa o pesante (come succede a volte per i film in cui si parla di sport), ma anche molto duro, che vale davvero la pena di vedere.





3 commenti:

  1. Per me è uno dei film più belli dell'anno e Margot Robbie è strepitosa.
    Nemmeno io conoscevo la storia di Tonya Harding ma è stata portata sullo schermo con tanta partecipazione (e, bisogna dire, spietata ironia nera) che da quest'anno in poi probabilmente non la dimenticherà più nessuno!

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    1. Forse in questo modo le è stata data una seconda opportunità di notorietà...mi ha fatto comunque piacere leggere alla fine del film che si è rifatta una vita e ora felice.

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  2. Un personaggio non certo dei più positivi, che però sa come farsi volere bene, in qualche strano singolare modo. Merito di Margot Robbie e del film. E forse pure un pizzico di Tonya Harding.

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