lunedì 27 ottobre 2014

Fargo, 1996



Regia di  Ethan e Joel Cohen, con Frances McDormand (Marge Gunderson),William H.Macy (Jerry Ludgeed),Steve Buscemi (Carl Showalter),Peter Stormare (Gaer Grimsrud).


Minneapolis, 1987: Jerry, venditore d'auto pieno di debiti,progetta di far rapire la moglie Jean per chiedere un riscatto al ricco suocero che non vuole sovvenzionarlo. Per attuare il suo piano si reca in un bar della cittadina di Fargo,dove assolda due spiantati malviventi, Carl e Gaer, ai quali promette la metà del riscatto; dato però che i due delinquenti non solo sono degli inetti, ma che Carl è pure uno psicopatico le cose non vanno proprio come previsto, anzi....
Sul caso indaga Marge, poliziotta incinta di sette mesi....


Un giallo insolito, con toni da commedia nera, questo film dei fratelli Cohen che nel 1997 regalò l'Oscar come migliore attrice protagonista a Frances McDormand, moglie di Joel Cohen, e portò al grande successo  i due registi, che non erano proprio sconosciuti ma che finora erano rimasti un po' "di nicchia".
Ispirandosi a fatti realmente accaduti, i registi raccontano una storia dove il clima che si respira è quella della piccola provincia americana, tranquillo fino a essere sonnacchioso e per questo adattissimo a far esplodere crimini e delitti nelle persone più insospettabili; altro elemento che si nota fortemente è la stupidità dei criminali in questione; nel caso di Carlo (una delle migliori interpretazioni di Steve Buscemi) alla stupidità si aggiunge anche la cattiveria, ancora più stupida di quella del compagno.


Tant'è che sia Jerry, il pavido marito che organizza il sequestro della moglie a scopo di lucro, che la poliziotta incinta Marge non sembrano a loro volta particolarmente intelligenti; la seconda però usando qualche deduzione e non facendosi "intralciare" dal suo stato di gravidanza riesce a risolvere un caso senza venire a conoscenza di vari elementi che invece vengono resi noti allo spettatore. Facendo così intendere che il fatto di sangue di per sè unico e impressionante per lei e per molti altri è invece routine.
Lo stile non è particolarmente mirato o veloce, ma la storia è coinvolgente e lo spettatore è invogliato a seguirla e a chiedersi come va a finire. Colpisce molto l'occhio dello spettatore  la distesa innevata presente nel paesaggio e spesso mostrata nel suo contrasto con il sangue versato su di essa dagli omicidi.









2 commenti:

  1. Per me, una pietra emiliana (cit. Totò) del cinema.
    Se mi ricordo bene, già Arizona Junior aveva avuto una buona risposta di pubblico.
    A livello di premi, i Coen sono i beniamini di Cannes a partire da Barton Fink. Hai ragione nel dire che l'Academy è arrivata tardi e li considera solo da Fargo.

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  2. Bella, come sempre, la citazione di Totò!
    Hai ragione, sia"Arizona jr" che "Barton Fink", ma anche "Mr Hula Hoop" avevano avuto un buon successo di pubblico, infatti i Cohen non è che fossero proprio dei novellini. L'Academy a volte non si accorge proprio di certi talenti....

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