mercoledì 4 gennaio 2012

L’ereditiera (The heiress,1949)

img_226969_lrgRegia di William Wyler, con Olivia de HAvilland (Catherine Sloper).Montgomery Clift(Morris Towsend),Ralph Richardson ( Dott.Sloper),Miriam Hopkins ( Lavinia Pennimann).

Nella Londra di fine ‘800 vive Catherine Sloper,donna non più giovanissima e per di più timida e bruttina,che per questo non è mai stata corteggiata da nessuno e vive col  padre medico,il dottor Sloper,che non prova molto affetto per la goffa figlia.Incredibilmente per chiunque, e soprattutto per sé stessa, Catherine comincia a essere corteggiata dal bel Morris Towsend,apparentemente un ricco e affascinante sconosciuto, in realtà un cacciatore di dote che cerca di sistemarsi con una ricchissima ereditiera, come è appunto Catherine.Tutto questo viene scoperto dal dottor Sloper che ha indagato sul conto del corteggiatore della figlia e la informa, ma ormai Catherine è innamorata e non gli crede,tant’è vero che anche quando il padre minaccia di diseredarla se sposerà Morris.Lei,che ha già progettato insieme all’amato la fuga(e che ha rivelato i propositi del padre al giovane),accetta il rischio e si presenta all’appuntamento il giorno fissato.Si presenterà lo stesso Morris?


Tratto dal romanzo WASHINGTON SQUARE ( 1880)di Henry James,è un melodramma molto forte emotivamente, sostenuto dalle robuste interpretazioni di grandi attori della vecchia Hollywood, in primis i due protagonisti:Olivia de Havilland, a quanto pare votata ai ruoli di martire forse per via del suo viso dolce(non è una critica perché è un’attrice che mi piace molto,ma..l’avete mai vista in un ruolo diverso?)-che però si riscatta alquanto nell’ultima parte del film, davvero da brivido, come saprà chi l’ha visto-e Montgomery Clift, che per una volta abbandona i suoi sofferti personaggi per interpretare il cosiddetto bastardo d.o.c,senza scrupoli e desideroso solo di fare la bella vita senza faticare.heredera
Dalla sentita interpretazione della De Havilland non possiamo non sentire, condividere e fare nostri tutti i patimenti, le insicurezze, la crudele disillusione di una ragazza che credeva nell’amore e che viene trattata nel peggiore dei modi, non solo dal suo “innamorato”, ma soprattutto dalle persone che credeva più vicine.
Un grande classico da vedere soprattutto per come sa rendere bene le sensazioni  e sentimenti di tutti i personaggi, e soprattutto per una grandiosa scena finale.
Nel 1949 il film ottenne le candidature più importanti agli Oscar di quell’anno: miglior film, attore non protagonista (Ralph Richardson), miglior regista (William Wyler) e miglior attrice protagonista, Olivia De Havilland, l’unica che vinse la statuetta.




2 commenti:

  1. Questo è un film che io adoro. Penso che Clift (per il quale nutro una grande passione) sia riuscito a rendere il proprio personaggio in modo perfetto, aiutato da due attori altrettanto efficaci. E' sempre un piacere rivederlo.
    Quanto al romanzo, non ne so nulla, ma mia moglie che lo ha letto, mi dice che è stato reso molto bene.

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  2. Non ho mai letto il romanzo, ma ho visto l'altro film da esso tratto e trovo che siano entrambi due buoni film, anche se personalmente preferisco questo. Le intepretazioni degli attori sono davvero indimenticabili.

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