giovedì 25 marzo 2021

L'ufficiale e la spia (J'accuse), 2019




 Regia di Roman Polanski, con Jean Dujardin (Colonnello Georges Picquart), Louis Garrel (Alfred Dreyfus), Andrè Marcon (Emile Zola),


Francia, 1894: il capitano ebreo Alfred Dreyfus viene ingiustamente accusato di tradimento e spionaggio a favore dei tedeschi; dopo un processo sommario, viene condannato all'ergastolo nella Guyana francese. Qualche tempo dopo l'ufficiale Georges Picquart, superiore di Dreyfus, si rende conto che le informazioni verso il nemico circolano ancora; indagando per proprio conto scopre il vero colpevole di spionaggio ma quando fa presente alle autorità la cosa viene invitato a fare finta di nulla. Picquart non ci sta....



Tratto dall'omonimo romanzo (2013) di Robert Harris, il film narra una storia che ancora oggi colpisce molto: quella dell'affare Dreyfus, e in particolare - in questo caso- del colonnello Picquard che, scoperte le irregolarità del processo cui fu sottoposto Dreyfus e in particolare le prove della sua innocenza, si battè strenuamente per vedere riconosciuta la verità.

Come noto Alfred Dreyfus, un capitano ebreo, fu accusato di essere stato un informatore dei servizi segreti tedeschi, nemici della Francia; per questo venne processato e riconosciuto colpevole, degradato e condannato a essere deportato nella Guyana francese. Picquard, ufficiale e superiore di Dreyfus, viene promosso a capo della sezione di statistica   e si accorge ben presto che il flusso delle "informazioni" al nemico in realtà continua. Questo lo spinge a chiedersi: Dreyfus è davvero colpevole? E in caso contrario cosa sta succedendo?


Picqaurd non è certo un eroe senza macchia: è un antisemita, e inizialmente non gliene importa nulla del fatto che in molti si rendono conto che a Dreyfus non sia stato concesso un giusto processo. Ma- a quanto ho capito- ha un forte senso della giustizia e sopratutto dell'onore dell'istituzione militare, ed è questo che inizialmente lo spinge ad approfondire le indagini e in seguito, accorgendosi del malfunzionamento e delle corruzione sia della macchina giudiziaria che di quella militare, a ribellarsi pagandone le conseguenze: oltre a un momentaneo stop di carriera, verrà perseguitato e assieme a lui le persone che gli sono più vicine. Col tempo troverà anche numerosi sostenitori, tra cui lo scrittore Emile Zola (al cui celebre articolo "J'accuse" il titolo originale del film fa evidentemente riferimento) e vari personaggi di spicco della cultura francese che si spesero per sostenere l'innocenza di Dreyfus e ottenere la revisione del processo. 

Nonostante l'ambientazione di tipo militare possa spesso risultare pesante, in questo film non è così (forse anche per l'interesse suscitato dalla parte "gialla" della storia), il ritmo della narrazione è abbastanza scorrevole, con vari colpi di scena che contribuiscono a mantenere alta l'attenzione dello spettatore; la magistrale interpretazione di Jean Dujardin primeggia su tutte le altre, seppure tutte egualmente meritevoli. 




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