domenica 28 marzo 2021

Quo vadis?, 1985

 


Regia di Franco Rossi, con Francesco Quinn (Marco Vinicio), Marie Therese Relin (Licia), Klaus Maria Brandauer (Nerone), Christina Raines (Poppea), Frederic Forrest (Petronio), Barbara De Rossi (Eunice), Massimo Girotti (Aulo Plauzio), Philipe Leroy (Paolo di Tarso), Max Von Sydow (Pietro).



Nella Roma di Nerone il comandante Marco Vinicio s’ innamora di Licia, figlia adottiva di un console, la cui famiglia è segretamente cristiana. Deciso dapprima ad averla a tutti i costi,  si scontra con la forte personalità e fede della ragazza, che non cede seppur anche lei innamorata; Marco si avvicina quindi al mondo dei cristiani, dapprima avendo come unico scopo quello di capire come avvicinarsi all’amata. Mentre l’amore vince, le imprese di Nerone diventano sempre più folli e culminano con l’incendio di Roma, in cui Marco riesce a salvare Licia e la sua famiglia. Ma quando l’imperatore dà la colpa di tutto ai cristiani, viene arrestato insieme a loro….


Versione targata Rai del celebre romanzo di  Henrik Sienkiewicz ( 1895), è stato per me una totale delusione. Probabilmente non sono molto imparziale dato che il film del 1951   è uno dei miei favoriti, ma certamente da questo sceneggiato mi aspettavo un pochino di più di quanto ho visto. 

A conti fatti più che una trasposizione del romanzo è una specie di documentario sulla vita nell'antica Roma sotto Nerone, al quale viene restituita una dimensione più complessa rispetto a quella del pazzo a cui la Storia ci ha abituati: fanatico ma allo stesso tempo amante dell'arte, con una sua logica politica figlia del tempo e dell'ambiente in cui vive, anche- se vogliamo- con uan dimensione umana come uomo che ha dovuto sopravvivere fin da bambino in una famiglia di spietati ambiziosi. Anche alla moglie Poppea viene data una dimensione più comprensiva di altri aspetti della sua vita; viene anche introdotto il personaggio della piccola Claudia, figlia della coppia morta ancora bambina, per cui i due personaggi hanno anche una loro dimensione (non scontata) come genitori.


Alla fin fine il vero e proprio protagonista è lui, anche perchè i due giovani attori che impersonano quelli che dovrebbero essere i veri protagonisti Marco e Licia, Francesco Quinn e Maria Therese  sono davvero incolori e insignificanti: spiace dirlo, ed è anche vero che- per i motivi sopra detti- la sceneggiatura ha comunque messo in disparte i due personaggi, ma ad un certo puto si fa fatica persino a ricordarsi di loro, sopratutto in mezzo ad alcune "vecchie glorie" del cinema mondiale come Max Von Sydow, Philipe Leroy e anche il nostrano Massimo Girotti, i cui personaggi sono dipinti tutti nella loro umanità più autentica, fatta anche di dubbi e cedimenti. Oltre a Nerone tra i personaggi spiccano  Petronio e la schiava Eunice, interpretata da una giovanissima Barbara De Rossi, ma l'attenzione vera e propria del regista, come già detto, è tutta per usi e costumi romani, resi nel modo più veritiero e realistico possibile. 

Forse anche per questo non ha avuto molto successo....


P.S sfogo: ma come mai mi sto riducendo ora a fare le recensioni di quello che ho visto nel lockdown dell'anno scorso?!




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