lunedì 22 marzo 2021

La bambina che non voleva cantare, 2021


 Regia di Costanza Quatriglio, con Tecla Insolia (Nada a 15 anni), Giulia Rebeggiani (Nada a 7 anni), Carolina Crescentini (Viviana Fenzi), Sergio Albelli (Gino Malanima), Giulia Battistini (Miria Malanima), Paola Minaccioni (Suor Margherita), Daria Pascal Attolini (Nora), Paolo Calabresi (Leonildo), Nunzia Schiano (Mora). 



1961: la piccola Nada vive con la famiglia- composta dalla mamma Viviana, dal padre Gino, dalla sorella Miria e dalla nonna Mora- in campagna in provincia di Livorno. 

Frequentando il coro della parrocchia diretto da Suor Margherita, la bambina scopre la sua vocazione per il canto; ciò riscuote Viviana dalla grave depressione di cui soffre da anni, spingendola a reagire con l'obiettivo di assicurare alla figlia occasioni per entrare nel mondo dello spettacolo...



Tratto dall'omonima autobiografia (2008 ), è la storia della cantante Nada Malanima, e di come arrivò giovanissima (a soli 15 anni) al successo. 

E' una storia semplice e allo stesso tempo particolare, di una bambina cresciuta in una famiglia operaia e di stampo comunista  nella campagna toscana negli anni del boom economico; una famiglia che deve anche fare i conti con un problema di cu all'epoca non si sapeva quasi nulla: la depressione della madre Viviana, che la porta ad essere quasi totalmente assente anche per lunghi periodi. 

E, spiace dirlo, ma è proprio questo elemento che mi ha particolarmente disturbato durante la visione del film. So benissimo che la depressione è una malattia terribile e non è certo colpa di chi ce l'ha, ma una delle cose che malsopporto è vedere bambini o ragazzini sui quali viene buttato (più o meno inconsapevolemente) il peso della responsabilità non solo di gestire la malattia del genitore, ma anche di "fare la sua felicità" o costituire una sorta di "medicina" o di "cura". Ripeto, la malattia non è una colpa...ma non è nemmeno una colpa di chi non ce l'ha! Un figlio ha diritto a essere accudito e a ricevere le necessarie attenzioni, non il contrario!


E invece in questa storia è proprio questo che accade: il titolo "La bambina che non voleva cantare" fa infatti riferimento alla timidezza della piccola Nada, alla quale piace cantare ma per sè stessa, non in pubblico, e che invece si ritrova a dover seguire i desideri materni, spinta a ciò dal desiderio di fare stare bene la mamma. Una mamma fragile ma anche ingombrante per questo motivo, che forse riversa sulla figlia talentuosa (dacchè l'altra, non essendo sfruttabile per i suoi scopi, non esiste proprio) sogni che lei non ha potuto realizzare. Certo, si può dire che, vista la carriera di successo, alla fine ne è valsa la pena...ma io non riesco a ragionare così, almeno non del tutto.

Il film è comunque gradevole e ben interpretato, la giovane protagonista Tecla Insolia viene un po' lasciata in ombra dalla bella interpretazione di Carolina Crescentini nel ruolo della madre Viviana (al di la di quello che penso del personaggio), bravi anche i personaggi di contorno (seppure poco valorizzati). Confesso che mi sarebbe piaciuto vedere di più la storia d'amore tra Nada e il futuro marito Gerry Manzoli dei Camaleonti, nel film si vede solo il loro primo incontro ma sono così carini che secondo me valeva la pena fare una seconda parte. Ma non si sa mai....




2 commenti:

  1. Me lo sono perso! Avevo visto la pubblicità durante il Festival ma poi mi sono dimenticata di guardarlo! Proverò a recuperarlo su Rai Play 💪🏻

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    1. Anche io l'ho recuperato su Raiplay, sicuramente c'è ancora.

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