lunedì 15 marzo 2021

Il Commissario Montalbano: Il metodo Catalanotti, 2021




Regia di  Luca Zingaretti, con Luca Zingaretti (Salvo Montalbano), Cesare Bocci (Mimì Augello), Peppino Mazzotta (Giuseppe Fazio), Angelo Russo (Catarella), Sonia Bergamasco (Livia), Greta Scarano (Antonia).




Carmelo Catalanotti, regista teatrale e fondatore di una sua propria compagnia, viene trovato ucciso in casa propria. Indagando, Montalbano scopre che l'uomo, oltre a essere usuraio, aveva inventato un suo personale metodo recitativo che imponeva a tutti coloro che appartenevano alla sua compagnia e che consisteva nel carpire attraverso vere e proprie torture le emozioni più oscure dell'aspirante attore di turno. Contemporaneamente, c'è da risolvere un caso riguardante Mimì e un misterioso cadavere sparito....


Ancora non mi sembra vero: dopo 23 anni e 37 episodi, anche la serie del Commissario Montalbano è giunta al termine: questo infatti è l'ultimo episodio della serie tv, anche se quella letteraria conta ancora due libri. 

Francamente spero che ci ripensino, e non solo per l'affetto che porto verso questa serie e i suoi personaggi: va bene che la bellezza e il fascino dei primi episodi è ormai da tempo perduta - anche se tutti gli episodi sono comunque belli e valevoli- ma in questo episodio ci sono alcune cose che stonano e che, come episodio conclusivo, lasciano l'amaro in bocca. 

Primo fra tutti, inutile nasconderlo- e scusate lo spoiler (ma tanto visto che non legge nessuno mi permetto di scrivere quello che mi pare)- lo scivolone sentimentale di Montalbano che lo porta a lasciare la povera Livia per la più giovane collega Antonia, e a farlo addirittura per telefono: fatto che ha fatto inorridire migliaia di telespettatori (me compresa), e giustamente. Perchè va bene tutto: va bene che il realismo è importante, va bene che "niente è per sempre" (non sono d'accordo ma non importa), va bene che secondo molti la relazione tra i due era piuttosto particolare visto che non hanno mai nemmeno convissuto (se non per brevi periodi) e di persona non si vedevano nemmeno così spesso vista la distanza...ma a tutto c'è un limite: già la realtà è appunto quella che è, già viviamo in un periodaccio totalmente nero....lasciateci un po' di ottimismo, un filo di speranza, un barlume di serenità almeno nella finzione! E che diamine! 


Oltretutto rappresentare il commissario come il solito uomo di mezza età rimbecillito per la ragazza più giovane e senza particolari attrattive se non la gioventù e la bellezza fisica (ma la buona interpretazione di Greta Scarano ha regalato molto più fascino e consistenza a un personaggio che, letterariamente parlando, era piuttosto insipido), e infine farci vedere in pochissime scene il mitico Catarella non è che si proprio un finale degno di questo nome (come ripeto, il regista ha seguito fedelmente la trama del romanzo, ma nella serie letteraria sono presenti altri due libri....).

Per il resto la trama fila, le vicissitudini di Mimì con un misterioso cadavere che appare e scompare regalano momenti di divertimento all'interno di una storia in cui teatro e realtà s'intrecciano in modo molto stretto; ma come ultimo episodio- al di là di quanto già detto-non soddisfa.  Ripeto, anche se non ho letto gli ultimi due libri spero quindi che ci ripensino. 












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