sabato 31 maggio 2014

Rocky, 1976




Regia di John G. Avildsen, con Sylvester Stallone (Rocky Balboa), Talia Shire (Adriana Pennino), Burt Young (Paulie Pennino),Carl Weathers (Apollo Creed),Burgess Meredith (Michey Goldmill).

Rocky Balboa è un pugileitaloamericano che non riesce a sfondare e si adatta a vivere riscuotendo pegni per uno strozzino e partecipando a qualche occasionale incontro di poca importanza.
Innamorato di Adriana, sorella dell'amico Paulie, che non riesce a conquisare per via della timidezza della ragazza, coglie l'occasione della sua vita quando il campione Apollo Creed organizza un incontro tra lui e un pugile sconosciuto per festeggiare il Bicentenario degli Stati Uniti, e sceglie proprio Rocky...





A Maggio giugno qui a Brescia la Multisala organizza ogni anno un ciclo di film classici che vengono riproposti a cadenza settimanale sul grande schermo. Se sono film che ho già visto ma mi sono paiciuti, vado a vederli comunque perchè cosa volete che vi dica...per me il film la cinema è tutta un'altra cosa!
Quest'anno il primo (per me, in precedenza ce ne sono stati altri due) è "Rocky", vincitore nel 1977 di tre Premi Oscar (tra cui miglior film)  , che portò alla fama l'attore italoamericano  Sylvester Stallone e diede inizio a una delle serie più longeve della storia del cinema ( in tutto,   film).
L'avevo già visto molti anni fa e apprezzato, e questa è stata l'occasione per ri-apprezzarlo: il tema dell'emarginato che realizza il sogno americano è raccontato in chiave meno banale rispetto ad altri film, e anche il nostro Rocky nonostante le apparenze si rivela un personaggio più interessante di quanto ci viene presentato: a un certo punto si definisce un "bullo di periferia", e di certo è un uomo piuttosto rozzo, che vive in condizioni che definire "la margine" è un eufemismo e con poca/nulla cultura; ma rivela anche un animo sensibile, ama gli animali, riporta a casa una ragazzina sua conoscente che frequenta compagnie non adatte rimproverandola bonariamente, si innamora dell'insignificante Adriana in cui evidentemente sa vedere qualcosa di più dell'aspetto fisico dimesso e trascurato che essa presenta al mondo, (almeno inizialmente), cerca come può di aiutare i creditori dello strozzino per cui lavora...Insomma, tutto fuorchè un bullo come comunemente lo si intende.
Come personaggio a me spesso ha fatto tenerezza, si capisce che è molto solo, che vede nella box un modo per riscattarsi non solo dalla solitudine ma anche da una condizione di emarginazione perenne, e poco importa se non vincerà il fatidico incontro: avendo resistito si è ritagliato un suo posto nel mondo e ha raggiunto i suoi obiettivi. E anche questo è un messaggio importante.
Ho trovato Stallone molto convincente in questo ruolo (nonostante non lo abbia mai amato come attore), attorniato da attori altrettanto convincenti per personaggi ognuno a suo modo commovente e importante: una dimessa Talia Shire nei confronti della sensibile e "schiacciata" Adriana che grazie all'amore di Rocky trova la forza per cambiare la sua vita, Burt Young nel ruolo del cognato e amico Paulie, frustrato e infelice ma comunque pronto a stare vicino all'amico, lo spumeggiante Carl Weather nel ruolo di Apollo Creed, il rivale che poi diventerà amico.
La regia è asciutta e misurata, non dà spazio a virtuosisimi ma riprende la realtà della vita in un sobborgo americano, senza scalfire comunque il tono e il messaggio un poco favolistico del film.
Famosa ancora oggi la scena dell'allenamento di Rocky sulla famosa scalinata di Philadelphia ( da allora ribattezzata "scalinata di Rocky"), al ritmo di "Gonna Fly now", tema della colonna sonora diventato tra i più conosciuti del cinema.
Un film da rivalutare, dato che a mio avviso la scadenza dei suoi seguiti ha influenzato un fama negativa su di lui ma immeritata.




Nessun commento:

Posta un commento