Regia di Olivier Dahn, con Nicole Kidman (Grace Kelly), Tim Roth (Principe Ranieri),Paz Vegs (Maria Callas),Frank Langella (Padre Francis Tucker),Parker Posey (Madge Tivey Faucon)
Principato di Monaco, primi anni '60: la principessa Grace, ex diva di Hollywood, coltiva il sogno di ritornare al cinema nel film di Alfred Hitchock "Marnie", ma deve scontrarsi con la durezza non solo burocratica del Palazzo Reale, con lo scarso appoggio del consorte Ranieri e con la crisi del Principato, minacciato di essere annesso alla Francia di De Gaulle....
Molto atteso questo film che ha fatto molto parlare di sè per le polemiche (quasi scontate) con cui è stato criticato dai tre principi figli di Ranieri e Grace Kelly, polemiche probabilmente comprensibili visto che quella che per tutti è da mezzo scolo un'icona del cinema e dello star system per loro è la madre.
E dopo aver visto il film posso pure provare a capire i principi (i maggiori dei quali, Carolina e Alberto, vi compaiono da bambini);anche se va detto che non penso nemmeno loro possano dire più di tanto su certi momenti del rapporto di coppia fra i genitori.
Certo è che questo film, non brutto, ha tuttavia non poche manchevolezze: prima di tutto è piatto, quasi noioso se non fosse che per gli spettatori l'interesse principale è vedere come la principessa affronterà le varie peripezie capitategli; secondo, come al solito scade nel complottistico in modo esagerato: non penso proprio che buona parte della crisi del Principato abbia avuto in qualche modo a che fare con il pensiero che Grace ebbe di ritornare al cinema, anche se è certo che la principessa abbia rinunciato sopratutto a causa delle forti pressioni di Palazzo, dove in molti non avrebbero gradito la cosa.
Il film si regge totalmente sulla performance di Nicole Kidman, a mio avviso bravissima e attrice ideale per interpretare Grace Kelly (L'ho sempre pensato, non solo da adesso),molto concentrata nel rendere i dilemmi interiori della principessa e le difficoltà nel farsi accettare in un mondo piccolo e ristretto (sopratutto come mentalità) come quello del Principato; notevole anche l'interpretazione di Paz Vega nel ruolo di una Maria Callas cosi magra come in vita non lo era mai stata (motivo per lei di grande dispiacere per tutta la vita).
Malino invece Tim Roth nel ruolo di un Ranieri incolore, indeciso e talvolta maligno anche nei confronti della moglie (a un certo punto rivela di averla sposata per una cosiddetta "Ragione di Stato" e che l'idea di scelgiere l'attrice fosse stata del confessore!): ora, ripeto che io non posso certo sapere il perchè e il percome dei fatti privati dei principi di Monaco,ma se proprio avesse voluto sposare una donna qualsiasi per la Ragione Di Stato non avrebbe certo avuto bisogno di andare a prendere un'attrice di Hollywood oltreoceano!!
Confezione accurata, ma alla fin delle finite manca "quel certo non so che" che ti appassiona realmente a un film e che te lo fa gustare, anche se magari non rientrerà nella lista dei tuoi film preferiti.
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