Regia di Luciano Mannuzzi , con Lorenzo Falherty (Giovanni Borghi), Anna Valle (Maria Borghi ), Massimo Dapporto (Guido Borghi ), Rodolfo Corsato (Gaetano Borghi),DEnnis Fasolo (Giuseppe Borghi),
Milano, fine anni '30: la famiglia Borghi, composta dal padre Guido e dai tre figli, ha un negozio di fornelli elettrici (per l'epoca una novità). Con lo scoppio della guerra, negozio e officina vengono distrutti e la famiglia, ridotta in povertà, è costretta a peregrinare nelle campagne del Varesino vendendo i fornelli ai contadini in cambio di uova, pollame, generi alimentari altrimenti scarsi.
Ma sarà proprio in questo modo che finita la guerra, a Giovanni Borghi verrà l'idea di fondare una fabbrica di elettrodomestici moderni : fornelli elettrici, frigoriferi e lavatrici, che porteranno il benessere nelle case degli italiani; nasce così l'impero Ignis...
Molto bella questa fiction che appartiene a un fortunato e meritevole filone che si occupa di raccontare le vite di personaggi che hanno reso grande l'Italia in molti campi: sportivo, culturale e industriale.
Sono del parere che sia giusto raccontare sempre di più queste storie e ricordare questi personaggi, sopratutto in un periodo di crisi materiale e morale come quello in cui viviamo, non solo per rendere omaggio ai personaggi in questione ma anche per farli conoscere ai più giovani e magari, chissà..potrebbe servire a dare un imput per cambiare mentalità su certe cose!
Dopo Adriano Olivetti è la volta di Giovanni Borghi,fondatore dell'impero Ignis che portò la modernità nelle case degli italiani grazie sopratutto a frigoriferi e lavatrici, un passo avanti non da poco nell'Italia del secondo dopoguerra dove ancora le donne erano gravate dal peso di panni da lavare al lavatoio o da cibi da buttare al più presto senza poterli conservare per molto (anche se i metodi per farlo, pur rudimentali,c'erano).
E' una bella storia di coraggio e intelligenza, raccontata in modo semplice con interpretazioni misurate ma buone da parte di ogni attore: oltre ai due protagonisti principali, Lorenzo Flaherty (un Giovanni Borghi allegro, pieno di spirito d'iniziativa ma anche cocciuto e col difettuccio del gioco d'azzardo)e Anna Valle (la moglie Maria, solida e sentimentale allo stesso tempo, ma che col tempo sviluppa anche una consapevolezza come donna fuori dal contesto familiare e del rapporto di coppia), ho apprezzato molto Massimo Dapporto nel ruolo del capostipite Guido, uomo solido che non sempre riesce -almeno inizialmente-ad apprezzare le innovazioni del figlio,rappresenta in pratica la tradizione che ci scontra con la modernità, ma poi alla fine è quello che riesce sempre a fare un passo indietro e modificare il proprio punto di vista e i due attori nel ruolo dei due fratelli di Borghi, mediatori spesso fra il padre e il fratello.
Bella anche la ricostruzione delle ambientazioni, una storia scorrevole e interessante, che riesce a mantenere l'interesse dello spettatore senza particolari colpi di scena.
Concludo dicendo che l'industria italiana per risollevarsi ha bisogno di persone come Borghi, Olivetti e dei loro ideali preoccupati anche del benessere degli operai e non solo del loro profitto, e non della gentaglia che abbiamo oggi....!
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