mercoledì 13 maggio 2020

Il traditore, 2019



All'inizio degli anni '80 il boss mafioso Tommaso Buscetta emigra in Brasile con la nuova moglie per cercare di sfuggire alla faida appena iniziata tra i clan e mettere al sicuro anche i propri affari. Lì si rifà una vita, ma nel frattempo in Sicilia i due figli maggiori Antonio e Benedetto (rimasti in Italia in quanto adulti) spariscono nel nulla, seguiti a ruota da svariati altri parenti di cui ovviamente non si viene più a sapere niente; il segnale è fin troppo chiaro per il boss, oltretutto ricercato anche dalla polizia del paese ospitante.
Così accetta l'offerta del giudice Giovanni Falcone di collaborare con la giustizia in cambio di protezione per sè e i familiari; Buscetta accetta divenendo quindi non solo il primo pentito di mafia ma anche - per la stessa mafia- un traditore...



Recente trionfatore ai David di Donatello 2020, con Favino premiato come migliore attore, il film racconta la vicenda del boss Tommaso Buscetta e del suo cammino verso il "pentimento" (le virgolette sono d'obbligo)  e in particolare il suo rapporto con Giovanni Falcone,
Il film inizia come ogni classico film sulla mafia che si rispetti: una grande festa in famiglia dove tutti cantano, ballano, si abbracciano, adorano i bambini gli uni degli altri ecc. A chi guarda apparre subito chiaro che la "famiglia" in questione è quella mafiosa, e che non mancano nubi in paradiso (passatemi il modo di dire): oltre agli evidenti problemi del figlio Benedetto che turbano Don Masino (questo il soprannome del boss), il traffico di droga il cui monopolio le famiglie presenti condividono sta causando divisioni interne che mescolano modi differenti di vedere questo tipo di affari e simpatie personali finora frenate, e si intravedono le prime crepe della faida in arrivo. Buscetta, più attaccato a un'idea classica di mafia e ormai quasi di mezza età, non ha voglia di sottostare all'arroganza di alcune nuove leve (in particolare, pare di capire, Totò Riina) e decide così di filarsela in Brasile dove si gode la vita, non prima di aver affidato i due figli maggiori (che non vuole portare con sè nonostante le insistenze della moglie, ed in effetti questo particolare non l'ho capito) a Stefano Bontate, padrone di casa della festa.
 Nella nuova patria il boss pare darsi alla bella vita e non avere problemi di sorta per un bel po' di tempo, fino a quando una telefonata (classico) gli sconvolge la vita: alcuni parenti lo avvisano che in Sicilia i due figli maggiori sono spariti e nessuno sa più nulla di loro. Anche chi vede il film senza conoscere la storia immagina perfettamente che fine abbiano fatto i due, ma forse si è poco preparati a vedere quanto accade dopo: Buscetta viene ricercato dia servizi segreti brasiliani e subisce torture fisiche e psicologiche impressionanti anche su un mafioso, alla fine viene estradato in Italia dopo sver deciso di accettare l'offerta di protezione da parte del giudice Giovanni Falcone in cambio della sua testimonianza, indispensabile per smantellare l'apparato criminale di Cosa Nostra.

Qui viene ripercorsa almeno in parte la vita del boss, e tra i due si instaura loro malgrado un rapporto di simpatia reciproca, quasi solidale si potrebbe dire, in cui (mi par di capire) almeno il boss arriva a stimare il suo avversario: nessuno dei due ovviamente si "convertirà" alle idee dell'altro, ma perlomeno daranno vita a una collaborazione fondamentale per il processo antimafia.
Il traditore del titolo ha una doppia valenza: per Cosa Nostra ovviamente è Don Masino, al contrari il boss ritiene siano gli altri ad averlo tradito, essendosi convertiti a un sistema di "valori" (passatemi il termine) contrario a quelli in cui lei credeva e sopratutto avendogli ucciso i figli. 
L'interpretazione di Favino primeggia su quella degli altri- pur ottimi- attori nel tratteggiare un boss ormai sul viale del tramonto, stanco, desideroso a suo modo di fare giustizia, senza tuttavia farlo diventare un eroe e tenendo sempre lo spettatore ben presente riguardo ai suoi trascorsi. 


Visto al cinema a maggio 2009


Nessun commento:

Posta un commento