lunedì 21 marzo 2016

Legend, 2015



Regia di Brian Helgeland, con Tom Hardy (Reginald e Ronald Kray),Emily Browning (Frances), Chazz Palminteri (Angelo Bruno), Christopher Ecclestone ( )



Londra, anni '60: Reggie e Ronnie Kray sono due gemelli gangster che mirano alla scalata nel mondo del crimine. Ronnie, omosessuale e affetto da turbe psichiche che lo portano a commettere gesti di violenza irrazionale e stupida; Reggie è invece la "parte razionale" del duo, che cerca di tenere a bada gli istinti violenti del fratello ed è diviso tra il desiderio di fare carriera nel mondo del crimine e l'amore per Frances, che invece vorrebbe che il marito si convertisse alla retta via....




Durante la visione mi sono ricordata di aver già visto, da ragazzina, un film che raccontava la storia di questi due gemelli criminali nella Swinging London: si in intitolava "The Krays- I corvi", e sotto alcuni aspetti era abbastanza diverso, sopratutto la storia della moglie.
Questo film invece sembra molto uan versione "Dottor Jekyll e Mr Hide" in salsa gangster, e il fatto rappresenta contemporaneamente il punto di forza e di debolezza del film: se è vero che Tom Hardy da solo riesce a reggere molto bene i due ruoli speculari dei gemelli, è vero anche che nella caratterizzazione di Ronnie si è un po' esagerato: da dove viene quella voce più adatta a un film comico? Non ho capito se era una cosa derivante dal doppiaggio italiano, ma in caso non fosse così...
La storia è raccontata dal punto di vista di Frances, la donna di Reggie, personaggio interessante ma un tantino...ingenuo: voglio dire, lo sapevi già da prima che il tuo uomo era così, speravi forse di cambiarlo? E' un errore molto comune quando ci si innamora, ma i risultati sono quasi sempre fallimentari. D'altra parte, la ragazza non ha certo tutti i torti; e forse pure lei, nonostante fosse disposta a venire a patti con la vita dell'amato, aveva qualche limite. 

Il rapporto tra i due fratelli è allo stesso tempo speculare e soffocante: Reggie infatti- coem da trama- rappresenta la parte razionale della coppia, dedito a soffocare gli istinti violenti che lo assalgono perchè consapevole  che l'eccesso di violenza è un ostacolo anche nel mondo della criminalità, dato che i veri criminali hanno bisogno di discrezione per agire, e con il desiderio di essere un criminale di classe, in un certo senso pulito, anche per far piacere all'amata; Ronnie per le sue turbe psichiche è stato ricoverato in manicomio e solo un intervento "amorevole" del fratello è riuscito a liberarlo; tuttavia durante la storia si arriva alla conclusione che egli, per quanto squilibrato, è di sicuro più coerente ed onesto con sè stesso, sopratutto per quanto riguarda l'ammissione (negli anni '60, nell'ambente criminale!) della propria omosessualità.
Per il resto abbiamo lo stesso schema tipico dei film del genere, con scene da commedia o ironiche alternate a scene di violenza talvolta un tantino splatter, per poi virare inaspettatamente (ma non troppo) nel dramma. Un bel film, piacevole anche nel suo genere.







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