venerdì 3 agosto 2018

Papillon, 2018


Regia di Michael Noer, con Charlie Hunnam (Henri Charriere), Rami Malek (Louis Dega), Michael Socha (Julot), Joel Basman (Maturette), Christopher Fairbank (Jean Louis Castilli).



Nel 1931 il francese Henri Charriere detto Papillon viene condannato alla deportazione per un omicidio che non ha commesso. Viene deportato, assieme al falsario Louis Dega con cui stringe una forte amicizia, nelle terribili prigioni della Guayana Francese, dove i detenuti sono destinati o a morire come mosche a causa di terribili sofferenze, o a diventare macchine umane per il lavoro.Lo spirito ribelle e combattivo di Papillon si farà sentire durante ripetuti tentativi di fuga, spesso riusciti male e per i quali le violente punizioni non lo scoraggeranno mai. Fino a realizzare, anche se dopo molti anni, il suo obiettivo.


Alla notizia della nuova versione del romanzo di Henri Charriere ( ), la mia primissima reazione è stata: "Noooooooooooooo non guarderò MAI il nuovo Papillon!", visto che il primo è uno dei miei film preferiti in assoluto. Poi però la curiosità ha prevalso e ho deciso di soprassedere, come già avevo fatto per il nuovo "Ben Hur".

E come già per l'altra volta non sono rimasta così disgustata così come la mia partigianeria cinematografica mi faceva prevedere; certo non è l'originale, che rimane unico  e a un livello ben superiore sotto ogni punto di vista, ma è un buon film di avventura e intrattenimento, e sopratutto, non stravolge l'originale: certo, ciò è dovuto al fatto che ci si basa in maniera quasi pedissequa alla sceneggiatura del vecchio film, senza particolari guizzi di originalità. Avendo però assistito innumerevoli volte a remake in cui venivano completamente stravolti storia e personaggi, a tal punto che a volte dell'originale rimaneva solo il titolo, posso però dire che ciò non è necessariamente un male; in questo caso non lo è stato, non so se avrei retto a vedere un Papillon totalmente cambiato....
Come si diceva prima, è un classico film di avventura con un ritmo sostenuto ma nella norma, interpreti adatti per quello che basta (sopratutto fisicamente, visto che la maggior parte del racconto consiste in fughe e inseguimenti), qualche cambiamento, qualche accenno ad altre cose che rimangono senza spiegazione alcuna, il messaggio sul valore della libertà. Tutto lavorato in modo abbastanza gradevole per un film di intrattenimento.
Ma l'originale è l'originale....





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