giovedì 9 agosto 2018

Il filo nascosto (Panthom Tread), 2017

 Regia di Paul Thomas Anderson, con Daniel Day Lewis (Reynolds Woodcock), Vicky Krieps (Alma), Leslie Manville (Ciryl Woodcock).


Londra, anni '50: Reynolds Woodcock è uno degli stilisti più affermati al mondo, amato da principesse, dive del cinema, str del jet set; come tutti i geni è un uomo egocentrico e paranoico, capace di costruire un rapporto vero unicamente con la sorella Cyril, con la quale ha messo in piedi il suo impero. Nel suo mondo perfetto, ordinato e maniacale irrompe all'improvviso Alma, giovane cameriera che diventerà prima sua modella poi sua compagna, e che si rivelerà per nulla disposta a sottomettersi al suo dispotismo....



Film di grande successo tra i cinefili di quest'anno, e candidato a  sei premi Oscar, che io però non ho apprezzato particolarmente nonostante, tecnicamente, non possa certo dire di non averne riconosciuto la qualità. Innanzitutto è un buon giallo psicologico: il racconto è abbastanza lineare ma da subito si notano qua e là dettagli che mettono uan certa inquietudine (qui il regista a mio parere si è molto ispirato alla tecnica di Hitcock, perchè questo film mi ha ricordato alcuni dei grandi capolavori del regista) e che conducono ai due colpi di scena principali di cui è disseminato il film.
Reynolds Woddcock è il tipico genio umanamente insopportabile: apparentemente senza sentimenti (se non il morboso attaccamento per il ricordo della madre defunta), abituato a trattare le proprie compagne come soprammobili che vengono gettati senza problemi quando non servono più, capace di dare tutto sè stesso unicamente al suo lavoro, pieno di manìe e fastidi...insomma, non proprio il tipo di persona ideale, tant'è che il suo unico rapporto umano duraturo è quello con la sorella Cyril, con cui ha messo in piedi la sua famosa casa di moda e che (anch'essa almeno in apparenza) è altrettanto capace nel lavoro quanto fredda e algida nella vita . In effetti i due vivono quasi in simbiosi, fino al momento in cui nella loro vita irrompe l'elemento disturbante: Alma, uan giovane cameriera di cui Reynolds resta affascinato al primo incontro e che corteggia imponendosi, ma la quale a sua volta nel corso della storia rivelerà un caratterino non da poco (con il quale conquisterà anche le simpatie di Cyril) tenendogli testa in modo caparbio e appassionato, restando dalla sua parte nel momento del bisogno e pronta ad aiutarlo e accudirlo; certo, visto come si svolgono le cose già dal primo incontro mi sono chiesta cosa avesse visto in lui Alma che già gli muore dietro dopo la prima volta che si sono visti (lei non sapeva chi era). A mio avviso è uno dei punti poco chiari del film, succede. 

In apparenza timida e innocente, schiacciata da un egoista senza cuore, Alma si rivelerà pian piano una vera e propria dark lady, altrettanto geniale nel perseguire il suo piano ed essere convincente nel rimanere fedele alla sua immagine; in questo ruolo l'attrice Vicky Krieps è ottima, visto che il suo aspetto innocente e semplice nasconde in realtà una mente quasi diabolica; così come Daniel Day Lewis (che ha annunciato che questo sarà il suo ultimo film) è ottimo nel ruolo del protagonista, nel quale a  mio avviso si è calato pienamente con tutte le sue caratteristiche, manìe, egoismi, scatti d'ira. Un personaggio totalizzante per il quale si può ben comprendere la decisione dell'attore di lasciare le scene dopo tanti anni e tanto lavoro. Interessante anche il personaggio di Cyril, legato a doppio filo al fratello, circondata da un'aura di solitudine e durezza, la quale a sua volta grazie al personaggio di Alam farà intravedere qualche scorcio della sua corazza.
Tuttavia non sono riuscita ad appassionarmi al film perchè ho trovato che in certi punti la tirasse un po' in lungo, scatenando qualche momento di noi da cui prontamente mi ripigliavo, ma che comunque hanno avuto il loro effetto. Promosso comunque...


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