giovedì 8 febbraio 2018

Genio per amore (I.Q), 1994



Regia di Fred Schepisi, con Meg Ryan (Catherine), Tim Robbins (Ed), Walter Matthau (Albert Einstein), Stephen Frys (James).






USA, anni '50: Albert Einstein è preoccupato per l'amata nipote Catherine, pensa infatti che il fidanzamento della giovane donna con lo psicologo   non le stia facendo conoscere il vero amore che essa merita. Quando alla sua porta si presenta il meccanico Ed, appassionato di fisica nonostante l'umile mestiere e perdutamente innamorato di Catherine che invece lo snobba, zio Albert non ha dubbi: è lui l'uomo giusto per la nipote! Assieme ai suoi amici scienziati decide così di aiutare il giovane nella conquista, spacciandolo per un collega scienziato e riuscendo ad attirare l'attenzione della ragazza....




A sorpresa ho rivisto un altro film della mia adolescenza, questa simpatica commedia dove persino Tim Robbins non è tanto male. A mio avviso come stile ricorda molto le vecchie commedie anni '50/ '60, leggere e sentimentali che lasciavano un senso di serenità dopo averle viste; una cosa che ho amato molto nel rivederla, inoltre, sono i colori pastello di cui è permeata la fotografia del film. 
L'idea di base è molto simpatica: prendere un personaggio realmente esistito come Einstein e renderlo meno serioso proiettandolo all'interno di una love story nientemeno che nel ruolo di Cupido tra due innamorati che non riescono a comprendersi; o meglio, in questo caso lui (Tim Robbins) comprende benissimo di essere innamorato di lei (Meg Ryan), solo che essendo un semplice meccanico e lei una laureata in matematica e fisica le premesse per un incontro sembrerebbero nulle.
Non fosse per zio Albert, che evidentemente capisce la sua cara Catherine molto meglio di quanto faccia lei stessa, e avendo in simpatia Ed decide di aiutarlo costruendo ad arte un personaggio che potrebbe interessare alla nipote; certo ai livelli di sincerità in una coppia ciò non è il massimo ma poi i due giovani sapranno trovare la loro strada con le proprie gambe.
Attori molto bravi, in particolare Meg Ryan con quell'aria deliziosa da "fidanzatina d'America" che tanto le donava prima che si sfigurasse con il botox e con altro, e Walter Matthau nel ruolo di un insolito Einstein versione vecchio zio affettuoso e sollecito.
Una commedia garbata e ben fatta, anche come svolgimento della trama.
Sbaglio o film di questo tipo se ne fanno sempre meno?





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