Regia di Stefano Sollima, con Marco D'amore (Ciro Di Marzio), Salvatore Esposito (Genny Savastano),Fortunato Cerlino (Pietro Savastano), Maria Pia Calzone (Imma Savastano), Marco Palvetti (Salvatore Conte),Fabio De Caro (Malammore),Pina Turco (Deborah Di Marzio).
Nel Napoletano- zona Secondigliano- si fronteggiano due clan rivali: quello di Don Pietro Savastano e quello di Salvatore Conte. Il clan più temuto è quello di Don Pietro, di cui tra gli altri fanno parte Ciro, dello "Immortale", braccio destro del boss, lo spietato killer Malammore e altri. Don Pietro affida a Ciro il compito di preparare suo figlio Gennaro (detto Genny) al futuro ruolo di capo famiglia, nonostante il ragazzo inizialmente non sembri molto portato per la cosa.
Tra ciro e Genny il rapporto è inizialmente solido, ma le cose camiano quando Don Pietro viene arrestato e le redini vengono momentaneamente prese da Donna Imma, moglie del boss, donna volitiva e all'altezza del ruolo, che disprezza sia Ciro che- in parte- il proprio figlio. non ritenendolo adatto al ruolo che gli è destinato. Per questo le spedisce in Honduras per fortificarlo....
Ispirato all'omonimo romanzo (2006) di Roberto Saviano- tra gli autori della sceneggiatura- è una serie tv in un certo senso molto particolare: non esistono infatti all'interno di essa personaggi o fatti positivi, di alcun tipo. Ed è questo che mi ha fatto recedere dal proposito iniziale di seguire entrambe le serie (la terza è iniziata in questi giorni).
Intendiamoci, se si parla di camorra non è che ci si possa aspettare granchè, ed in effetti la serie è fin troppo realistica da questo punto di vista: la camorra è ritratta in tutta la sua spietatezza, un mondo dove non si guarda in faccia nessuno, dove non si esita a sacrificare quello che fino al giorno prima era l'amico più caro, o la moglie, o lo zio che ti ha cresciuto; sopratutto non si esita a sacrificare giovanissimi attirandoli- per colpa di una società in cui le prospettive sociali sono ridotte allo zero e la disoccupazione impera- con lusinghe e false promesse di potenza e ricchezza, per poi non esitare a ucciderli quando non servono più. Anche chi sopravvive e ottiene il potere non è un vero vincente, perchè vive guardandosi le spalle e senza potersi fidare realmente di nessuno.
Quindi la rappresentazione della camorra in questo modo è giusta (colpisce comunque che nella zona di Napoli i personaggi della fiction siano dei veri e propri idoli da seguire, nonostante non ce ne fosse uno positivo); però trovo che in una fiction ci voglia anche qualche momento più leggero o positivo, come succedeva ad esempio in "Romanzo criminale" (perlomeno nella prima serie), dove ogni tanto c'era una storia d'amore, qualche siparietto comico o i "buoni" della polizia all'inseguimento dei criminali della Banda Della Magliana.
Qui invece quelle poche forze dell'ordine oltre che essere assenti sono pure anonime, come anonime rimangono le innumerevoli vittime civili di sparatorie e investimenti vari; solo nella puntata 9 viene ricordata la vicenda di Gelsomina Verde, una giovane ragazza torturata e uccisa solo perchè fidanzata con una leva di un clan rivale, nonostante fosse totalmente estranea a quel mondo. Non ho capito molto il perchè di questa scelta.
Queste le mie motivazioni per cui non seguirò una serie tv per il resto ottima da ogni punto di vista: oltre alla sceneggiatura, ottimo cast dove primeggiano Salvatore Esposito e Marco D'amore nei ruoli dei due protagonisti- rivali per eccellenza: Genny e Ciro, inizialmente quasi due fratelli che però diventeranno acerrimi nemici. Oltre a loro, ottime le prove di Maria Pia Calzone nel ruolo di Donna Imma, spietata figura di donna di camorra che però regala qualche lieve sprazzo di umanità, e Fortunato Cerlino nel ruolo di Don Pietro Savastano, capo indiscusso di Secodigliano. Oltre a tutti gli altri, protagonisti e non, davvero ottimi nel caratterizzare personaggi non certo facili.
Non potevano mancare come colonna sonora le tipiche canzoni neomelodiche che a Napoli furoreggiano: peccato che qui ogni volta che se ne sente una bisogna prepararsi a una strage....
Una menzione infine alla fotografia, scura e cupa anche di giorno, che sottolinea alla perfezione la mancanza di speranza di questa terribile realtà.
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