Regia di Charlie Chaplin, con Charlie Chaplin (Charlot),Jackie Coogan (Il monello),Edna Purviance (la mamma),Charles Reisner (il bullo).
Una giovane e povera ragazza madre è costretta ad abbandonare il suo bambino appena nato, che viene ritrovato dal vagabondo Charlot, il quale senza esitazione lo adotta portandolo a vivere nel quartiere degradato in cui abita, crescendolo come un figlio.
Cinque anni dopo, mentre il monello e Charlot vivono varie peripezie, la madre del piccolo (ora diventata un'attrice famosa) lo sta cercando e capita proprio nel loro quartiere....
Considerato (a ragione) uno dei massimi capolavori del cinema e il capolavoro di Charlie Chaplin, è un film che ancora oggi, a mio avviso, mantiene intatto non solo il suo valore culturale ma anche la bellezza della storia, la sensibilità che unisce il riso al pianto, e anche una certa freschezza nella narrazione.
Chaplin iniziò le riprese in un periodo particolarmente sfortunato della sua vita: era appena morto (piccolissimo) il figlio primogenito e il matrimonio con la moglie era ormai agli sgoccioli; forse anche per questo ho visto tanta tenerezza in questa storia d'amore paterno e filiale del tipo più puro, tra un simpatico e sfortunato vagabondo e un piccolo orfano che egli trova e per cause fortuite decide di tenere con sè (inizialmente non vorrebbe) nonostante l'estrema povertà, arrangiandosi e supplendo con la fantasia alla mancanza materiale. Le scene migliori a mio avviso sono infatti proprio quelle in cui Charlot porta il neonato per la prima volta nel tugurio in cui vive e si trova a doversi arrangiare di fronte ai bisogni di un piccolissimo, trasformando una vecchia caffettiera in un biberon, un'amaca in una culla,una seggiola rotta in vasino ecc.....
La fantasia- assieme all'arte di arrangiarsi- è anche alla base della vita successivamente condotta dal duo: cinque anni dopo infatti, il piccolo aiuta il padre adottivo, vetraio ambulante, rompendo con delle pietre le finestre delle case del quartiere per procurargli lavoro: scoperti da un poliziotto, fuggono, innescando tutta una serie di eventi in realtà non sempre concatenati (ad esempio le scene in cui compare il bullo del quartiere, che mi sembrano più "laterali"e non strettamente necessarie, anche se godibilissime, sopratutto nella parte in cui si vedono il diavoletto e l'angioletto) ma comunque utili a raggiungere il finale, in una storia di tipo "strappalacrime" non trattata come tale. Anche il lieto fine, presente, è comunque intravisto: non sappiamo cosa avverrà una volta oltrepassata la soglia di casa della mamma ritrovata, anche se siamo tutti portati a ben sperare a riguardo.
La versione trasmessa in tv (solitamente nel periodo pasquale) è quella rieditata nel 1971 in occasione del cinquantenario del film, con colonna sonora composta dallo stesso Chaplin.
P.S: Jackie Coogan, il monello appunto, è il futuro Zio Fester del telefilm "La famiglia Addams".
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