Regia di Stefano Reali, con Raoul Bova (Alessandro Dominici), Ricky -memphis (Don Luca Palmisano), Barbara Bobulova (Valeria Viti),Maurizio Mattioli (Spartaco Ciarlantini),Damiano Russo (Nazi),Tommaso Ramenghi (Nico),Gianluca Di Gennaro (Andrea Esposito),Andrea Troina (Bibi Sciacca),Gianluca Petrazzi (Rocco Canizzaro),Paolo Ricca (Ciro Scalese).
A causa di problemi cardiaci, il campione di nuoto Alessandro Dominici è costretto ad abbandonare momentaneamente la carriera. Decide quindi di accettare la proposta di Don Luca, un amico prete che dirige una piccola comunità per ragazzi tolti dalla strada: per il periodo di fermo allenerà i ragazzi della comunità al nuoto.
Dopo notevoli difficoltà iniziali, la squadra diventa così brava da poter partecipare ai Campionati Italiani Assoluti di Roma,ma a questo punto il boss Ciro Scalese, già infastidito dal fatto che Don Luca e Alessandro ha sottratto alla camorra preziosa manovalanza, decide di agire per stroncare i progetti di Don Luca....
Una bellissima fiction insolitamente ambientata nel mondo dello sport (dico così perchè le fiction a sfondo sportivo non sono fra le mie preferite), per l'esattezza del nuoto; mondo del quale il protagonista Raoul Bova ha fatto parte prima di intraprendere la carriera d'attore, essendo stato un campione di nuoto.
Forse per questo mi è sembrato particolarmente a suo agio, ritengo che questo sia uno dei suoi ruoli migliori, meglio interpretati e più sentiti; mi ha davvero colpito in maniera positiva questo campione di nuoto in crisi che si trasforma in allenatore- e alla fine, non solo nello sport- per i ragazzi disagiati di una comunità, a volte carnefici ma anche vittime di famiglie degradate e quartieri lasciati allo sbando dove il più forte è il cirminale di turno.
Attraverso lo sport i ragazzi, dapprima strafottenti, impareranno valori come amicizia e impegno, ma anche la disciplina e matureranno la coscienza che li porterà a credere che una vita diversa è possibile.
Oltre a Bova mi sono piaciuti tutti gli attori presenti: Ricky Memphis nel ruolo del prete anticamorra e Maurizio Mattioli, sempre scanzonato e divertente ma nel ruolo drammatico di un educatore con un doloroso segreto. Non mi è piaciuta molto la Bobulova, inutile e rigidina, come inutile è anche l'accenno di storia- improbabile- con il personaggio di Bova; bravi anche il gruppo di ragazzi"difficili", ognuno con la propria storia, ognuno con la propria personalità, all'inizio ostili e divisi ma che poi diventeranno amici.Mi sono poi letteralmente innamorata dei paesaggi delle Eolie che fungono da location per buona parte della fiction...stupendi, mi piacerebbe tantissimo andarci!
Nel 2013 è stata realizzata una miniserie (con risultato molto inferiore a questo) seguito intitolata "Come un delfino- La serie".
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