Regia di John Lee Hangock, con Tom Hanks (Walt Disney), Emma Thompson (Pamela Lyndon Travers), Colin Farrell (Travers Geoff), Ruth Wilson (Margaret Geoff),Paul Giamatti (Ralph), Jason Scwartzman (Richard Sherman), B.J. Novak (Robert Sherman).
Usa,1961: da una ventina d'anni Walt Disney sta cercando di ottenere dalla scrittrice Pamela L. Travers i diritti d'autore per girare un film sul suo romanzo per bambini più famoso, "Mary Poppins", come promesso alle figlie quando erano piccole. Alla fine l'autrice, in difficoltà economica, accetta di volare Los Angeles per discutere la cosa con Disney e imporre le sue condizioni sul film: niente cartoni, niente canzoni, niente "lustrini e scintilliii"...insomma la Travers ci tiene in maniera maniacale a che i suoi personaggi e la sua storia non vengano in alcun modo modificati rispetto a come li ha concepiti.
E dietro a tutto ciò c'è un motivo: i romanzi su Mary Poppins sono la trasposizione di storie che l'autrice da bambina inventava per fuggire da una dolorosa realtà familiare, comprendente una madre depressa e un padre amatissimo ma alcolizzato, oltre a una zia particolare....
Dopo la ciofecona "Storia d'inverno", il 2014 cinematografico si risolleva di colpo e mooooolto bene con questo bellissimo film sulla storia della lavorazione di uno dei classici più amati del cinema "Mary Poppins" di Walt Disney.
Sapevo già che la lavorazione del film fu particolarmente problematica a causa della supervisione di Pamela L. Travers, l'autrice del romanzo da cui il film venne tratto, severissima e maniacale a livelli impossibili per l'umana tollerabilità, resa benissimo nel film dalla rigida Emma Thompson (attrice che ha un certa rigidità di suo, diciamocelo....); è stato comunque interessante vedere trasposte cinematograficamente le varie fasi della lavorazione con conseguente interazione/duello tra i due personaggi principali e interessante lavoro psicologico da parte di entrambi per comprendere l'altro.
Forse lo sforzo (almeno secondo il film) è stato più da parte di Disney (premio Oscar per la pazienza, visto che per vent'anni ha continuato a chiedere di incontrare l'autrice nonostante i continui rifiuti!), comunque sia a mio avviso qualcosa si è visto da parte anche della Travers, visto che alla fine ha concesso i diritti e ha dato l'ok per la realizzazione del film.
Del resto la sua rigidità diventa umanamente comprensibile guardando scorrere sullo schermo la storia della sua infanzia, attraverso cui si snoda il significato della sua opera e dei suoi personaggi: la Travers (il cui vero nome era Helen Geoff) crebbe in una famiglia con gravi problemi, a partire dal padre alcolizzato che, pur amando la famiglia, ne combinò veramente di tutti i colori, incurante delle difficoltà e della depressione in cui di conseguenza precipitò la moglie a tal punto da tentare il suicidio (sventato dalla piccola Helen).
La ragazzina, dotata di una fervida fantasia, cominciò così a inventare per sé e i fratelli minori racconti con protagonista Mary Poppins, una magica tata (ispirata a una zia che a un certo punto arrivò in casa tentando di aiutare la famiglia) che alla fine salverà Mr Banks - e non i bambini, come la maggior parte della gente pensa- facendogli capire l'importanza della famiglia e riportandolo sulla retta via; al personaggio letterario verrà quindi data l'opportunità che la vita non diede al padre reale dell'autrice.
Il film è talmente bello e ben fatto che mi ha fatto persino apprezzare Colin Farrell (già protagonista della ciofeca precedentemente recensita e attore la cui mia definizione personale la potete trovare nella recensione del suddetto film); il padre di Helen mi ha davvero commosso, pur con tutte le sue debolezze il padre ideale che tutti vorremmo avere. C'è da dire - un poco malignamente, lo ammetto- che il ruolo del beone è forse quello che si addice di più a quest'attore vista la sua vita reale.... vabbè.
Bravo anche Tom Hanks nel ruolo- difficile, visto il mito del personaggio- di Walt Disney, abile affarista e imprenditore (del resto, se non fosse stato tale non sarebbe riuscito a mettere in piedi l'impero che ha costruito) ma anche sognatore ed ex bambino con un padre amato ma difficile.
Il personaggio migliore però, a mio avviso, è quello apparentemente secondario dell'autista interpretato da Paul Giamatti, intelligente e discreto che però alla fine si rivelerà molto prezioso soprattutto per la Travers.
Ovviamente il film è un tripudio di colori, musiche, allegria, lustrini (quelli tanto odiati dall'autrice) e non potevano mancare le musiche "in divenire" di Mary Poppins.
Da vedere, se non l'avete visto!
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