Il 16enne Leo è innamorato della bella Beatrice, una ragazza che frequenta la sua scuola ma che non ha mai trovato il coraggio di avvicinare. Quando sembra creatasi l’occasione, arriva una terribile notizia: Beatrice è malata di cancro e solo un trapianto di midollo può salvarle la vita…
Il film è tratto dal romanzo omonimo (2010 ) di Alessandro D’avenia. Come molti sanno mi paicciono i film sugli adolescenti e il loro mondo, forse anche perché mi permette di sognare qualcosa che io non ho mai avuto (sono patetica, lo so, ma prendetemi così come sono).
Nonostante la tristezza (confesso di aver sperato fino alla fine nel lieto fine) è un film carino, con personaggi simpatici anche se un po’ racchiusi in certi stereotipi (l’amico sfigatino, la ragazza bruttarola con l’apparecchio, l’amica del cuore, la ragazza misteriosa e bellissima, il prof anticonformista ecc), Particolare il rapporto del protagonista Leo con i colori (avessi fatto io un miliardesimo di quello che ha fatto lui in camera sua più volte con la vernice sarei stata fustigata), a cui il ragazzo associa cose e sensazioni, e a cui si ricollega una delle canzoni della colonna sonora, prevalentemente curata dai Modà (che a me personalmente piacciono).
Attori carini e in parte, sia tra i giovani (che però pare debbano fare ancora molta strada) che fra gli adulti (simpatici i genitori di Leo, Flavio Insinna e ),dove giocoforza spicca Luca Argentero nei panni del prof giovane ed empatico con gli alunni (mai visti così però eh…). Carina la vicenda parallela dei due ragazzi bruttini che finiscono per fidanzarsi grazie a un iniziale equivoco. Nonostante la sopracitata tristezza, finale pieno di speranza, tutto sommato il modo in cui voleva essere ricordata Beatrice. Ho letto da qualche parte che il percorso di Leo è un percorso di formazione che lo porterà alla maturità, non credo sia completamente così ma certamente l’entrare in contatto con una persona malata porterà il protagonista a prendere decisioni mature e importanti, come il diventare donatore di midollo osseo, cosa che sicuramente gli rende onore.
Concedetemi però una riflessione personale:se fossi stata Silvia più che sentirmi male perchè Leo aveva cambiato posto dopo la loro litigata, mi sarei sentita male per il soprannome "Silvia c'è" affiabiatole dall'amico, che non può non far venire in mente chi so io....
e' stato uno dei miei libri preferiti..
RispondiEliminaio non l'VEVO LETTO, ma dopo aver visto il film ho deciso che lo leggerò.
RispondiEliminaNon mi ispira molto, però magari lo rivaluto :)
RispondiEliminaNon sono andato a vederlo un pò perchè prevenuto, un pò perché di film quest'anno ne ho visti discretamente tanti.....chissà potrebbe piacermi se lo vedo.
RispondiEliminaCiao!