mercoledì 22 febbraio 2023

La legge di Lidia Poet, 2022

 


Regia di Matteo Rovere e Letizia Lamartire, con Matilde De Angelis (Lidia Poet), Pierluigi Pasino (Enrico Poet), Edoardo Scarpetta (Jacopo), Sara Lazzaro (Teresa), Dario Aita (Andrea), Sinead Thornill (Marianna).


Torino, 1883: Lidia Poet è una giovane avvocata, la prima in Italia che dopo aver risolto brillantemente il suo primo caso suscita invidie tali che la sua iscrizione all'Albo viene dichiarata illegittima e le viene quindi impedito di esercitare la professione. Lidia non si scoraggia e decide di affiancare il fratello Enrico, anch'egli avvocato, che sta preparando il ricorso.....





Lidia Poeta (1855-1949  ) fu la prima donna avvocato in Italia; io personalmente non sapevo proprio chi fosse quindi ben venga una serie tv su un personaggio così importante.

MA...

Eh già, c'è sempre un ma...e anche più di uno. 

Quando ho visto che a produrre la serie era Netflix ho cominciato a sentire istintivamente "puzza di caxxata", aumentata quando ho visto un'immagine pubblicitaria con la protagonista seduta alla scrivania con i piedi sul tavolo mentre fuma la pipa. Ma fin qua potevano essere pregiudizi miei.


Dopo aver terminato la visione della serie, posso dire che i pregiudizi sono stati ampliamente confermati. La serie in sè- intesa come prodotto di intrattenimento- è gradevole, accattivante, gli attori sono tutti bravi ma ...siamo alle solite, ovvero ai soliti problemi che affliggono ormai la maggior parte delle serie tv di questi ultimi anni. 

Data l'importanza del personaggio , avrei preferito una serie di tipo biografico che ci facesse conoscere la sua storia; e invece qui abbiamo niente più che la solita serie tv gialla ambientata nell'800 che abbiamo visto in mille salse, con una protagonista che è la solita Supereroina Mary Sue del caso: bellissima, intelligentissima, bravissima, geniale, sfida tutti senza un minimo tentennamento, beve, fuma (anche oppio), dice parolacce in pubblico; si differenzia dal tipico modello "Arya Stark" tanto in voga in questi anni solo perchè non mena, ma per il resto ci siamo capiti. Oltretutto è talmente geniale che risolve qualunque caso di cui venga a conoscenza; e in sei n sei puntate e in un arco temporale di un anno circa la protagonista (abitante in un piccolo paese in provincia di Torino) questi sono solo omicidi. Mai che le capiti una truffa, un imbroglio, un incidente, una lite per l'eredità....Un po' poco e sopratutto banale per un personaggio che con la sua vita ha davvero segnato una svolta nei diritti delle donne.

 Gli altri personaggi intorno a lei quando va bene sono dei fessacchiotti che sembra quasi debbano ringraziarla se si accorge della loro esistenza (sopratutto se sono uomini); quando va male sono dei monoliti di pregiudizi, rigidità e perbenismo (in particolare il personaggio della cognata, che però migliorerà nel corso delle puntate).

Infine, breve appunto: la primissima scena della prima puntata- quella in cui oltretutto ci viene presentata la protagonista che entra in scena- è lei che xxxx con l'uomo con cui ha una relazione. Non ritengo di essere una bacchettona ma quando l'ho vista mi sono chiesta "ma perchè?!": proprio non capisco perchè presentare puntualmente una donna- al di là della sua importanza come personaggio storico- in questo modo. Non sono femminista ma dubito che in una serie tv su Garibaldi o Gramsci verrebbero presentati in questo modo.

In tanti parlano male delle fiction Rai ma sinceramente io le preferisco, forse avrebbero fatto un lavoro un po' Agiografico ma non così manchevole. 






Nessun commento:

Posta un commento