venerdì 13 settembre 2019

Moschettieri del re, 2018

Regia di Giovanni Veronesi, con Piefrancesco Favino (D'artagnan), Rocco Papaleo (Athos), Valerio Mastandrea (Porthos), Sergio Rubini (Aramis), Margherita Buy (Regina Anna), Matilde Gioli (Costanza), Anna Mouglasis (Milady), Alessandro Haber (Cardinale Mazarino)





1650 circa: dopo vent'anni dalle vicende che li resero famosi e ormai ritiratisi a vita privata D'artagnan, Athos, Porthos e Aramis vengono richiamati dalla Regina Anna per salvare la Francia, devastata dalle guerre di religione. Cinici, disillusi ma sempre abilissimi con spade e moschetti accetteranno di portare a termine la rocambolesca missione...




Come quasi sempre ormai, ho deciso di trascorrere il mio Ultimo dell'anno al cinema; e quest'anno chi meglio dei miei amati moschettieri poteva traghettarmi nel 2019? La cosa, devo dire, mi fa sperare bene per il nuovo anno!
In un'intervista a Ciak il regista Giovanni Veronesi ha definito il film "un regalo di Natale" del regista agli spettatori; se è così è davvero da ringraziare!
Prima di tutto c'è da dire che non è una rivisitazione fedele del romanzo, nè del suo seguito "Vent'anni dopo", anche se si svolge appunto proprio vent'anni dopo dai fatti più famosi.
I nostri moschettieri da anni hanno appeso la spada al chiodo, le loro strade si sono separate e hanno vissuto vite totalmente diverse, invecchiando non benissimo: D'Artagnan è un proprietario terriero con famiglia non proprio felice, Aramis ha preso i voti, Athos di diletta in avventure sessuali di poco gradimento e Porthos, affetto da depressione, vive schiavo dell'oppio e del vino e inizialmente si vergogna talmente tanto della sua condizione che nemmeno si fa trovare dai suoi vecchi amici.
Anche la Regina Anna è invecchiata, è svanita, ma deve tirare avanti perchè il figlio Luigi XIV è un incapace e per di più di salute cagionevole causa stravizi; la Francia però è devastata dalle guerre di religione e la sovrana non riesce a venire a capo di tutti questi problemi. In extremis le viene in mente ci chiedere l'aiuto di quelli che un tempo furono i suoi uomini più fidati, trovandosi di fronte una specie di Armata Brancaleone", dotata però di tanta voglia di riscatto. Non è il massimo ma non ci sono alternative, e così i nostri moschettieri, accompagnati da un servitore chiamato "Servo Muto" (ma D'artagnan lo chiama Sergio) parton per quella che sarà soprannominata la "penultima missione".
Da qui tutta una serie di avventure a volte troppo strampalate pur considerando lo stile e il contesto del film, una riproposizione della storia dei moschettieri in salsa pop, con elementi classici che si mescolano a elementi moderni, sopratutto nel look dei personaggi, in un susseguirsi che riesce comunque a mantenere  un buon ritmo narrativo filare fino alla fine del film, nonostante qualche buco nella trama e sopratutto un finale in salsa moderna che non c'entra nulla e francamente si poteva evitare. 

Gran parte del merito va anche al cast  di attori, bravissimi e affiatati: ai quattro moschettieri di Favino (un D'artagnan sempre in bilico tra il romantico e lo sporcaccione), Papaleo (Athos disilluso), Rubini (Aramis saggio) e Mastandrea (Porthos votato alla massima sincerità) si aggiungono le donne, la svanita Regina Anna di Margherita Buy, la vivace dama di compagnia Matilde Gioli e la Milady di Anna Mouglasis a cui viene data per la prima volta un interpretazione un po' diversa ma realistica: è cattiva, sì, ma diventata tale a causa di tutte le violenze e sofferenze subìte nella sua vita. E il finale che la riguarda la scia sul suo personaggio un retrogusto amaro. 
Da non trascurare la colonna sonora, perfettamente in linea con lo stile del film, che mischia brani classici a brani di musica pop.
Insomma è proprio il caso di dire "cominciamo bene", ma in senso buono!

Visto il 31 dicembre 2018




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