domenica 22 settembre 2019

Mio fratello rincorre i dinosauri, 2019

Regia di Stefano Cipani, con Alessandro Gassman (Davide), Isabella Ragonese (Marta ), Francesco Gheghi (Jack), Lorenzo Sisto (Giò), Rossy De Palma (Zia Dolores), Roberto Nocchi (Vitto), Arianna Bacheroni (Arianna).


Nella famiglia Mazzariol nasce l'ultimo figlio, Giovanni detto Giò, affetto da sindrome di Down. Per spiegare questa cosa i genitori raccontano al piccolo Giacomo di cinque anni che il nuovo fratellino è così perchè ha dei superpoteri; per alcuni anni Giacomo ci crede e ne è felicissimo, ma quando comincia a crescere e capire la verità comincia anche a reagire con fastidio all'esuberanza di Giò...





Tratto dal romanzo omonimo (2016 ) di Giacomo Mazzariol, è uno spaccato di vita quotidiana di una normale famiglia italiana tra i cui componenti c'è un bambino Down, Giò. Il tutto narrato dal punto di vista di Jack (ovvero Giacomo), fratello di Giò a cui per spiegare la "diversità" del fratellino, è stato detto che Giò è un eroe con superpoteri, e quindi "speciale" e un po' diverso dagli altri.
Tralasciando il fatto che sia una cosa molto comune e che io non codnvido personalmente, Jack effettivamente ci mette un po' di anni a capire che Giò non ha alcun superpotere: per tutta la durate dell'infanzia mette continuamente l'ignaro Giò alla prova in modi fantasiosi, che gli confermano puntualmente la specialità di suo fratello. Quando raggiunge la problematica età di 14 anni però queste dolci illusioni hanno già lasciato da tempo il posto non solo a una visione più realistica della situazione del fratello, ma anche a qualcosa di nuovo finora sconosciuto: l'imbarazzo che la presenza di Giò spesso gli prova. 
Sarò impopolare: sono dinamiche che esistono in famiglie con un disabile o un malato grave, e dato che in Italia questo tipo di tematiche è trattato con grandissima ipocrisia si preferisce fare finta che non sia così e si passa tra due estremi: o escludere i disabili oppure al contrario. Ed è in questo modus operandi che inizialmente si colloca la famiglia nei confronti del piccolo Giacomo che chiede spiegazioni sul fratellino, anche se i loro genitori lo fanno con affetto e dolcezza, anche con una sorta di ingenuità. 
Tornando ai due fratelli, Jack cerca in tutti i modi di "combattere" l'imbarazzo che gli provoca Giò (e dietro cui si nasconde la tipica difficoltà adolescenziale di ragazzo che sta crescendo e si sta affrancando dalla famiglia come persona): arriva addirittura a dire che è morto e a montare un caso mediatico mobilitando tutto il paese inventando la storia di un gruppo neonazista che odia i disabili e vorrebbe aggredire Giò. Cose che francamente sono poco comprensibili a livello umano, e non fanno fare una gran figura al personaggio, per il resto circondato da grandi personaggi di eccezionali persone normali: i due genitori Isabella Ragonese e Alessandro Gassman, che affrontano questa durissima prova con il sorriso sulle labbra e tanto amore, sia fra loro che per la loro famiglia; l'attrice spagnola Rossy De Palma, famosa per i film di Almodovar, nei panni della stravagante zia Dolores. Bravi i giovani attori che interpretano Jack, Giò e il loro amico Vitto; pollice verso per le giovani attrici che interpretano le due sorelle per quella che interpreta Arianna (insopportabile, ma forse è proprio il personaggio che è così),
Il ritmo del film è leggero anche quando deve affrontare parti drammatiche.


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