1650 circa: dopo vent'anni dalle vicende che li resero famosi e ormai ritiratisi a vita privata D'artagnan, Athos, Porthos e Aramis vengono richiamati dalla Regina Anna per salvare la Francia, devastata dalle guerre di religione. Cinici, disillusi ma sempre abilissimi con spade e moschetti accetteranno di portare a termine la rocambolesca missione...
Come quasi sempre ormai, ho deciso di trascorrere il mio Ultimo dell'anno al cinema; e quest'anno chi meglio dei miei amati moschettieri poteva traghettarmi nel 2019? La cosa, devo dire, mi fa sperare bene per il nuovo anno!
In un'intervista a Ciak il regista Giovanni Veronesi ha definito il film "un regalo di Natale" del regista agli spettatori; se è così è davvero da ringraziare!
Prima di tutto c'è da dire che non è una rivisitazione fedele del romanzo, nè del suo seguito "Vent'anni dopo", anche se si svolge appunto proprio vent'anni dopo dai fatti più famosi.
I nostri moschettieri da anni hanno appeso la spada al chiodo, le loro strade si sono separate e hanno vissuto vite totalmente diverse, invecchiando non benissimo: D'Artagnan è un proprietario terriero con famiglia non proprio felice, Aramis ha preso i voti, Athos di diletta in avventure sessuali di poco gradimento e Porthos, affetto da depressione, vive schiavo dell'oppio e del vino e inizialmente si vergogna talmente tanto della sua condizione che nemmeno si fa trovare dai suoi vecchi amici.
Anche la Regina Anna è invecchiata, è svanita, ma deve tirare avanti perchè il figlio Luigi XIV è un incapace e per di più di salute cagionevole causa stravizi; la Francia però è devastata dalle guerre di religione e la sovrana non riesce a venire a capo di tutti questi problemi. In extremis le viene in mente ci chiedere l'aiuto di quelli che un tempo furono i suoi uomini più fidati, trovandosi di fronte una specie di Armata Brancaleone", dotata però di tanta voglia di riscatto. Non è il massimo ma non ci sono alternative, e così i nostri moschettieri, accompagnati da un servitore chiamato "Servo Muto" (ma D'artagnan lo chiama Sergio) parton per quella che sarà soprannominata la "penultima missione".
Da qui tutta una serie di avventure a volte troppo strampalate pur considerando lo stile e il contesto del film, una riproposizione della storia dei moschettieri in salsa pop, con elementi classici che si mescolano a elementi moderni, sopratutto nel look dei personaggi, in un susseguirsi che riesce comunque a mantenere un buon ritmo narrativo filare fino alla fine del film, nonostante qualche buco nella trama e sopratutto un finale in salsa moderna che non c'entra nulla e francamente si poteva evitare.
Gran parte del merito va anche al cast di attori, bravissimi e affiatati: ai quattro moschettieri di Favino (un D'artagnan sempre in bilico tra il romantico e lo sporcaccione), Papaleo (Athos disilluso), Rubini (Aramis saggio) e Mastandrea (Porthos votato alla massima sincerità) si aggiungono le donne, la svanita Regina Anna di Margherita Buy, la vivace dama di compagnia Matilde Gioli e la Milady di Anna Mouglasis a cui viene data per la prima volta un interpretazione un po' diversa ma realistica: è cattiva, sì, ma diventata tale a causa di tutte le violenze e sofferenze subìte nella sua vita. E il finale che la riguarda la scia sul suo personaggio un retrogusto amaro.
Da non trascurare la colonna sonora, perfettamente in linea con lo stile del film, che mischia brani classici a brani di musica pop.
Insomma è proprio il caso di dire "cominciamo bene", ma in senso buono!
Visto il 31 dicembre 2018
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