martedì 30 ottobre 2018

Il ragazzo di campagna, 1984



Regia di Castellano e Pipolo, con Renato Pozzetto (Artemio), Clara Colosimo (Giovanna),Sandra Ambrosini (Maria Rosa), Massimo Boldi (Severino),Donna Osthenbur (Angela).






Artemio è un contadino che da sempre vive con la madre nel paesino di Borgo Tre Case; la sua vita si è sempre divisa tra i campi, la casa e qualche puntatina all'osteria del paese. Il giorno del suo quarantesimo compleanno decide che è ora di cambiare la sua vita di cui da tempo è insoddisfatto e trasferirsi a Milano, per trovare un nuovo lavoro e vivere una vita più moderna.
Le difficoltà però saranno notevoli...



Il mio "film di famiglia" per eccellenza (ovvero, quei film che si guardano fin da quando si è bambini con tutta la famiglia riunita apposta), tanto è vero che con i miei genitori e mia sorella stiamo progettando di andare a visitare il paesino dove è stato girato, in cui pochi giorni fa con un flash mob tra i fans sono stati festeggiati i 34 anni della pellicola
Ho letto da qualche parte che nasce come una favola su quanto è meglio la vita sana e genuina della campagna rispetto a quella stressante della città (messaggio che in quegli anni era particolarmente in voga); data l'impostazione del film è sicuramente così, ma personalmente, al di là di qualsiasi valore abbia la pallicola, non posso essere imparziale nella recensione dato il ricordo affettivo che per me rappresenta.
Il protagonista è Artemia, contadino 40enne che, nonostante siamo nei primi anni '80, vive praticamente quasi come in un'epoca passata (e credetemi: io, una casa simile alla sua, l'ho conosciuta per davvero....); sua madre Giovanna cerca di appiopparlo a Maria Rosa, la bruttina del paese, ma lui a quanto pare sogna la modernità e altre eccitanti avventure, tanto è vero che decide di raggiungere a Milano il cugino Severino che vive da anni lì, per cambiare vita. Da subito lo scontro sarà duro, seppure comico: in primis il cugino si rivela essere uno che vive di furti e scippi, cosa impossibile per il senso morale di Artemio, che andando a restituire il maltolto a una delle sue vittime conosce così Angela, una donna in carriera tipica rappresentante della "Milano da bere" di quegli anni. La donna, credendo alla buona fede di Artemio, lo ospita in casa sua e cerca di aiutarlo a inserirsi nell'ambiente milanese, suscitando nell'ingenuo contadino un non ricambiato sentimento amoroso; inutile dire che fra loro la cosa sarà impossibile, ma le scene con Angela sono quelle che mettono più a confronto la mentalità cosidetta contadina (pura e sincera) contro quella cittadina (ipocrita, frenetica e stressante, che genera solo solitudine). 





Un messaggio un tantino datato già all'epoca, sopratutto in alcune parti (siamo negli anni '80, e anche fra i contadini come è possibile che uno possa proporre a una donna di sposarla dopo una notte di sesso perchè pensa di averla disonorata?), ma che comunque non inficia la visione di un film divertente e con gag entrate nella storia del cinema italiano e di costume: il famoso "Taaaac!" di Pozzetto nel miniappartamento, le telefonate della signora Giovanna all'osteria, la gag del gatto e quella del treno, ad esempio. Attori bravi e adatti alle loro parti che recitano garbatamente e mai sopra le righe una storia tutto sommato semplice e fluida contribuiscono sicuramente a un successo che dura da più di trent'anni, e non accenna a diminuire. 
Potete dire ciò che volete ma.....questo film è un cult!




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