lunedì 5 marzo 2018

Madame Bovary, 1949



Regia di Vincente Minnelli, con Jennifer Jones (Emma Bovary),Van Heflin (Charles Bovary),Christopher Kent (Leon Dupuis),Louis Jordan (Rodolphe Boulanger).


Charles Bovary, mediocre medico di provincia, sposa la giovane Emma; ella sogna una vita passionale e piena di agi e lussi che però il marito, pur cercando di accontentarla il più possibile, non può darle. La donna comincia a sentirsi sempre più insoddisfatta e intraprende mille iniziative nel tentativo di sfuggire alla monotonia della vita di provincia, mancando sempre l'obiettivo; la depressione comincia a impadronirsi di lei fino agli incontri fatali con due uomini, Leon e Rodolphe....




Tratto dall'omonimo romanzo ( ) di Gustave Flaubert, il film inizia accennando al processo che coinvolse l'autore in quanto il suo romanzo venne ritenuto scandaloso (non ho mai capito bene il perchè, non mi sembra che racconti cose così diverse da quanto si soleva fare nella letteratura dell'epoca). Infatti è Flaubert stesso che, sul banco degli imputati, per difendersi comincia a raccontare e spiegare la storia di Emma, giovane donna un po' sciocca e un po' ingenua, un po' sfortunata e un po' rompixxxx, che non è riuscita a trovare il proprio posto nel mondo e ha pagata cara la propria scempiaggine.

Personalmente è una figura che non ho mai amato molto: certo, l'insoddisfazione di una donna indubbiamente schiacciata dall'ambiente in cui vive, il suo essere divisa tra responsabilità di moglie e madre e la naturale aspirazione a una vita piena e appagante, sono purtroppo cose molto comuni anche oggi .Però decisamente la povera Emma ci mette del suo, visto che, a conti fatti, non è altro che una campagnola frivola, per anni ha nutrito la sua fantasia e probabilmente anche il suo bisogno di evasione e di affetto con romanzetti rosa della peggior specie, che su di lei hanno avuto il devastante effetto di convincerla di essere una creatura unica e speciale, destinata a  una vita splendida e di grandi passioni. Non riuscendo ad adeguare ai suoi parametri la modesta vita che essere la moglie di un medico di provincia implica, si sente perennemente frustrata e insoddisfatta e da qui parte la sua ricerca di lusso, di svaghi, di passioni sempre totalizzanti che non possono che finire male, rendendola preda di uomini frivoli a cui non importa nulla di lei, che nemmeno la rispettano passando sopra ai suoi sentimenti e che non si fanno scrupolo alcuno di abbandonarla per il proprio comodo. Va da sè che in questo modo non riesce nemmeno ad apprezzare ciò che veramente ha: una vita tranquilla e tutto sommato benestante, una figlia, un marito innamorato e devoto.
Jennifer Jones per ovvi motivi è la mattatrice del film, e interpreta molto bene Emma, anche se devo dire che mi ha ricordato molto (nei modi e nell'atteggiamento, complice anche la stessa doppiatrice italiana) Vivien Leigh. Accanto a lei, dignitosi ma incolori i tre uomini della situazione.
A parte l'inizio c'è qualche cambiamento rispetto al romanzo, di poco conto e che non influisce sulla storia. Per il resto, la pellicola ha sempre il fascino dei vecchi film, che almeno  su di me influisce non poco anche in una storia non particolarmente bella.





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