giovedì 22 marzo 2018

The Breakfast club, 1985


Regia di John Hughes, con Emilio Estevez (Andy Clark),Molly Ringwald (Claire Standish),Ally Sheedy (Allison Reynolds),Anthony Michael Hill (Brian Johnson), Judd Nelson (John Bender),Paul Gleason (il preside Vernon).


A causa di una punizione, cinque studenti di un liceo americano sono costretti ad andare a scuola anche di sabato: sono Andy, aspirante atleta snobbato dalla famiglia che lo preferirebbe intellettuale, Clsire, viziata fashion victim, Allison, ragazza "dark" e solitaria, Riuniti in biblioteca, il preside assegna loro un tema intitolato "Chi sono io?"
Durante le ore che trascorrono insieme forzatamente, nel tentativo di scrivere il tema, i ragazzi legano fra di loro....



E' successo più di una volta: vedo un classico degli anni '80 (ma anche di altri decenni) che ho sempre sentito osannare....e non mi fa nè caldo nè freddo. Carino, ma niente più.
E' successo con "Dirty dancing" (quando ero ancora adolescente, e in tempi più recenti con "Flashdance", "Footloose" e "STayng alive"; è successo ancora una volta con questo "The Breakfast club", di cui ho sempre sentito parlare come un mito assoluto da tantissimi che negli anni '80 erano adolescenti. E non dico che per gli adolescenti dell'epoca non possa esserlo stato, anzi.
Ma sinceramente non mi sono molto appassionata alle vicende narrate in questo film, anche se la premessa era buona: un gruppo di liceali che più diversi non si può costretti a passare assieme un'intera giornata nella biblioteca della scuola come punizione nel loro "giorno libero" (pare che in USA ce l'abbiano anche a scuola). 

Chiedersi "che succederà?" è inevitabile, anche se altrettanto inevitabile immaginarsi già almeno una parte della trama come risposta: ovvio che nasceranno delle amicizie, che scopriremo che tutti sono diversi dalla facciata con cui sono conosciuti, ovvio che tutti loro avranno dei problemi che nessuno sospetterebbe: la ragazza ritenuta frivola perchè maniaca della moda è vittima di due genitori che, combattendo una loro personale battaglia, usano la figlia accontentandone ogni capriccio per tirarla dalla propria parte, il bullo è figli di un padre violento, il secchione è pressato da genitori che pretendono ottimi voti in ogni occasione e addirittura il figlio, quando ha ricevuto un brutto voto, ha tentato il suicidio per paura di deluderli; la ragazza "dark" cerca così di attirare l'attenzione altrui, sentendosi invisibile agli occhi di tutti, in particolare dei familiari che invece la ignorano. Insomma contrariamente a quanto ho sempre sentito dire dai fan del film, di originalità non ce n'è molta, ma probabilmente il merito della storia sta in gran parte in un cast di giovani attori misconosciuti (all'epoca, e alcuni anche oggi visto che non hanno mantenuto le promesse) ma bene amalgamati e diretti in modo da tirare fuori i propri punti di forza, e in un ritmo narrativo scorrevole e nonostante tutto non banale. Anche il finale- non faccio spoiler- non è così scontato, a differenza del resto della pellicola...e ha un suo significato importante che lo rende un po' insolito dal resto delle commedie "giovani" dell'epoca, tutte con obbligato lieto fine. E' un finale realistico, che mostra che il fatto di nn essere per forza lieto second i canoni, non vuole nemmeno dire che deve essere triste.
Tutto sommato gradevole e credo vada bene anche per gli adolescenti di oggi, non lo trovo così datato.



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