domenica 10 settembre 2017

Non c'è più religione, 2017

Regia di Luca Miniero, con Claudio Bisio (Cecco ), Alessandro Gassman (Bilal), Angela Finocchiaro (Suor Marta), Nabiha Akkari (Aida), Laura Adriani (Maddalena)

Da "Coming Soon":


"Una piccola isola del Mediterraneo e un presepe vivente da realizzare come ogni anno per celebrare il Natale. Purtroppo quest'anno il Gesù Bambino titolare è cresciuto: ha barba e brufoli da adolescente e nella culla non ci sta proprio. A Porto Buio però non nascono più bambini da un pezzo ma bisogna trovarne un altro a tutti i costi: la tradizione del presepe è infatti l'unica "resistenza per non scomparire". Il sindaco Cecco, fresco di nomina, vorrebbe chiederne uno in prestito ai tunisini che vivono sull'isola: peccato che fra le due comunità non corra buon sangue. Ad aiutarlo nell'impresa due amici di vecchia data: Bilal, al secolo Marietto, italiano convertito all'Islam e guida dei tunisini, e Suor Marta, che non ne vuole sapere di "profanare" la culla di Gesù. I tre si ritroveranno uno contro l'altro, usando la scusa della religione per saldare i conti con il proprio passato...."


Simpatica e divertente commedia riguardante il tema della multiculturalità, non troppo approfondito e che scade molto spesso nell'improbabilità ma comunque piacevole da vedere.
Un minuscolo paesino risente in particolar modo di uno dei problema maggiori della nostra epoca, ovvero il fatto che nascano pochissimi bambini; l'ultimo ormai ha dieci anni....
Il problema comincia a toccarsi con mano quando- appunto per la sopraggiunta crescita dell'ultimo bambino- non c'è più nessuno che possa fare Gesù nel presepio vivente che è l'orgoglio del paesino e dei suoi abitanti.
Così  a Cecco, sindaco del paese in quanto unico candidato, non rimane che proporre una soluzione: rivolgersi alla comunità islamica che convive- con qualche difficoltà- con gli abitanti autoctoni. A capo di questa comunità c'è Bilal, che in realtà era Marco, amico d'infanzia di Cecco convertitosi all'Islam per sposare la moglie Aida, e da allora ripudiato dal resto del paese. Bilal pur dimostrandosi aperto e disponibile in apparenza, vuole sfruttare l'occasione per pareggiare i conti in sospeso, che risalgono addirittura all'adolescenza e dipingono un improbabile quadretto assieme a Suor Marta: all'epoca entrambi i ragazzi erano innamorati di lei ma Marco, tradendo l'amico la baciò, rompendo amicizia ed equilibri. A quanto pare i tre non hanno superato il fatto nemmeno dopo tanti anni....e questa è la parte più ridicola del film , peraltro non troppo approfondita.
Cecco decide comunque di sottomettersi alle stravaganti richieste di Bilal per avere il piccolo Gesù (che tra l'altro sarà proprio il figlio che Bilal aspetta dalla moglie); tutto ciò darà l'avvio a una serie di  incontri- scontri tra le due comunità, in momenti divertenti ma anche di riflessione su varie problematiche che nel nostro Paese vengono vissute molto meno serenamente rispetto al film. Certo la concessione alla mentalità moderna appare molto forzata e  non necessaria.....sopratutto alla fine.
Simpatici gli attori anche se, purtroppo mi tocca ripetermi, i ruoli sono davvero molto improbabili, frettolosamente abbozzati e poco credibili. 




2 commenti:

  1. non ero curiosa di vederla, quando è uscita al cinema questa commediola che fa della risata facile (e buonista) una bandiera...

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    1. sì, in effetti un'altro difetto è lo scadere un po' troppo nel buonismo...

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