Regia di Massimiliano Bruno, con Paola Cortellesi (Luciana), Alessandro Gassman (Stefano), Fabrizio Bentivoglio (Antonio), Irma Carolina di Monte (Manuela),Stefano Fresi (Bruno).
Luciana è un'operaia in un'azienda tessile e vive felicemente nel paese natale, assieme al marito Stefano; dopo tanti anni la donna finalmente rimane incinta del tanto desiderato figlio. Purtroppo, proprio a causa di questa gravidanza viene licenziata; dato che anche il marito è disoccupato la coppia precipita in ua spirale sempre crescente di problemi, a tal punto che la tranquilla Luciana prenderà una decisione drastica....
Una storia semplice, un piccolo dramma che chissà quanti vivono in silenzio; per riprendere il titolo, un "dramma degli ultimi", in cui tutti
Luciana è una donna semplice e felice: vive nel paese natale assieme al marito Stefano, disoccupato fanfarone che cerca sempre di mettere in atto affari da intrallazzone senza combinare nulla, ma di buon cuore e innamorato della moglie. La coppia vive bene nel suo equilibrio anche se si intuiscono qua e là delle ombre, dovute al fatto che dopo tanti anni non sono ancora riusciti ad avere un figlio. In realtà si scopre che Luciana ha avuto vari aborti, ma quando l'ennesimo tentativo va a buon fine la gioia è grande; peccato che l giorno d'oggi i diritti dei lavoratori siano ridotti al minimo, e quindi ecco alla gioia affiancarsi i primi problemi dato che Luciana viene licenziata dalla fabbrica dove lavorava da anni a tempo determinato. Un fulmine a ciel sereno, dato che la coppia viveva proprio con quel stipendio. Da quel momento è un cadere pian piano, quasi senza accorgersi, in un baratro: porte chiuse, sopratutto dato che Luciana è incinta...e tutti sappiamo come viene vista una donna incinta- o anche già madre- che nel nostro Paese dovesse pure avere la pretesa di poter lavorare, giusto? La tranquilla e solare Luciana (molto ben tratteggiata dalla Cortellesi che sa anche donarle dei lati di oscurità brevi, ma significativi e premonitori), come tanti lavoratori al giorno d'oggi (anche la sottoscritta ci è passata) viene gettata in un abisso dal quale non riesce più a rialzarsi nonostante la buona volontà, da un qualcosa che oltretutto esula dalla sua volontà: non è certo colpa sua se le leggi italiane sono contro i lavoratori e ti impediscono di costruirti una vita dignitosa obbligandoti al precariato!
Il film alterna quindi fasi serene (la vita con gli amici, la vita della coppia, l'attesa del figlio) a fasi dolorose, in un crescendo che porterà al dramma finale. Il tutto, alternato alla vicenda (inizialmente separata, ma poi piano piano si intreccerà con l'altra) di Antonio, timido poliziotto veneto trasferito con disonore (e durante il film scopriremo che anche lì c'è un passato doloroso) e per questo da subito inviso ai nuovi colleghi e superiori, che non fanno altro che bullizzarlo in mille modi sottili; lui stesso però, non è scevro da comportamenti fastidiosi, visto che prende in giro l'unica collega gentile con lui perchè grassa.Ma anche li, in una toccante scena ambientata durante un solitario "ultimo dell'anno", avrà modo di ricredersi e correggersi. come avrà modo di ricredersi e correggersi riguardo a Manuela, donna trans per cui aveva da subito provato simpatia ma, appena saputa la sua identità, aveva reagito trattandola male. Anche qui abbiamo alcuni "ultimi", persone con tanti dolori e vissuti sofferti e differenti, che contribuiscono al concentrato di umanità varia che anima questo film. Attori tutti molto bravi, anche i caratteristi.
Credo che chi vedrà questa storia non potrà non ritrovarci qualcosa di sè stesso, o di qualche amico, persona cara, anche conoscente, in quanto tratta di un problema (il precariato) troppo attuale per tutti.Un film molto sensibile, con interpreti maturi e sensibili a loro volta. Passato purtroppo inosservato. Ma se vi capita, ve lo consiglio caldamente.
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