martedì 17 febbraio 2015

Il nome del figlio, 2014


Regia di Francesca Archibugi, con Alessandro Gassman (Paolo), Valeria Golino (Betta),Luigi Lo Cascio (Sandro), Micaela Ramazzotti (Simona), Rocco Papaleo (Luciano).

Un gruppo di amici si ritrovano a cena a casa di Betta e , coppia in crisi: durante la cena Paolo, fratello di Betta, annuncia che lui e sua moglie Simona chiameranno Benito il figlio che aspettano.
Quello che in realtà è solo uno scherzo scatena una serie di reazioni a catena che metterà alla prova un'amicizia ventennale.....


Al contrario di quanto è stato detto, questo film non è la versione italiana della commedia francese "Cena tra amici" (2011), ma è ispirata alla stessa commedia teatrale che ha dato vita al predecessore.
Rimane il punto centrale di una cena fra amici che finisce per trasformarsi in un confronto reciproco e a tratti devastante, che porterà alla luce verità nascoste, cose non dette, nevrosi e piccolezze di questo gruppo di amici borghesi così diversi fra loro ma anche simili.
Tutto nasce da quando la coppia Gassman- Ramazzotti (lui agente immobiliare arricchito, lei aspirante scrittrice) comunica agli altri che il nome scelto per il figlio atteso è Benito (omaggio a " Benito  ", uno dei libri preferiti di Paolo): nella famiglia di originin ebraiche, antifascista e borghese intellettuale dei Pontecorvo, con cui a Parte Simona tutti gli altri sono cresciuti (anche se i due figli sono solo Betta e Paolo) è una cosa inconcepibile, un affronto terribile, una specie di delitto quasi, in particolare per Sandro, marito di Betta, che evidentemente soffre da sempre di un complesso di inferiorità e di appartenenza che lo porta a deificare questa famiglia più di quanto facciano i suoi stessi componenti; è lui infatti, con l'insopportabile abitudine di twittare mentre è assieme agli altri, il più snob fra tutti, quello che si inalbera (apprendo ridicolo) per il nome e che fa scoppiare tutto il resto. Personaggio che probabilmente pensa cosi tanto agli affari degli altri per non affrontare i propri problemi.
Personaggio un po' a parte, diciamo super partes, Simona, romana coatta e aspirante scrittrice che ha scritto un romanzo per buona parte opera di un ghost writer, ma che rappresenta la persona senza ipocrisie o veli o scheletri nell'armadio che , essendo appunto super partes, con la sua presenza aiuta gli altri a non andare del tutto alla deriva  in una serata che doveva essere come tante e invece.....
Bravi tutti gli attori, che si dividono equamente la scena senza prevaricare sugli altri e caratterizzano ottimamente i personaggi con luci e ombre di ciascuno.
Scena clou del film la simpatica interpretazione del quartetto di amici di "Telefonami tra vent'anni" di Lucio Dalla.





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