Regia di , con Pierfrancesco Favino (Giorgio Ambrosoli),Anita Caprioli (Annalori ), Massimo Popolizio (Michele Sindona),Roberto Herlitzka (Enrico Cuccia),Giovanni Esposito (Giulio Andreotti).
1974: La Banca Privata Italiana, il colosso appartenente a Michele Sindona, viene messa in liquidazione, lasciando nella disperazione i piccoli risparmiatori che in essa avevano investito i risparmi di una vita. Sindona si trasferisce in America come latitante; per cercare di salvare l'enorme capitale e liquidare BPI viene ingaggiato l'avvocato Giorgio Ambrosoli, che però oltre a cercare di salvare gli interessi dei risparmiatori truffati, scopre truffe e infiltrazioni mafiose messe in atto da Sindona.....
Tratto dall'omonimo libro scritto nel 2009 dal figlio Umberto, la fiction racconta la storia di Umberto Ambrosoli, onesto avvocato ucciso nel 1979 da un sicario assoldato da Michele Sindona per la sua opposizione agli intrallazzi mafiosi del faccendiere.
Riprendendo il titolo del film del 1993 diretto da Michele Placido, il primo a raccontare questa storia dopo tanti anni, Ambrosoli è stato davvero "Un eroe Borghese", che ha pagato con la vita il mettere in pratica i valori di onestà e correttezza in cui credeva, venendo non solo sbeffeggiato da Giulio Andreotti (che in un'intervista disse "Ambrosoli era uno che se le andava cercando") ma dimenticato per anni.
Giusto quindi ricordare la sua figura e la sua storia, con una bella fiction con attori validi e una buona sceneggiatura. Pierfrancesco Favino aggiunge un'altra ottima interpretazione al suo curriculum di attore: seppur nettamente diverso fisicamente dal vero Ambrosoli, ha saputo rendere - a mio avviso- molto bene il carattere e la personalità di una persona che probabilmente si è trovata coinvolta in una vicenda più grande di lui, ma che ha saputo mettere da parte la paura per l'incolumità sua e della sua famiglia o le pressioni sociali e psicologiche per fare spazio a cose "vetuste" come la correttezza verso i risparmiatori e la lotta al crimine.
Cose per cui fu lasciato- che ve lo dico a fà- completamente solo e potè contare solo su un maresciallo della Guardia di Finanza e sul Capo dell'Ufficio Vigilanza.
La fiction unisce questi fatti pubblici (in cu vengono sviscerati i vari intrallazzi tra mafia e politica) con la dimensione privata del protagonista, marito e padre di famiglia premuroso e affettuoso che cerca di educare i figli più con l'esempio che con le parole.
Bravi anche gli altri interpreti: Popolizio è un Sindona furbo e spietato, Herlitka è un Cuccia a cui non interessa sapere ed Esposito un viscido Andreotti. Anita Caprioli è la dolce ma determinata moglie Annalori.
E' un bene che si facciano fiction come questa, spero che il trend continui con altri personaggi di questo stampo.
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