Regia d Peter Bogdanovich, con Cher (Rusty), Eric Stoltz (Rocky Dennis ),Sam Elliot (Gar),Laura Dern (Diane).
Rocky Dennis è un comune adolescente americano; ama il baseball, la musica, sogna di girare l'Europa in moto con un amico...unica particolarità: è affetto da una malattia rarissima, chiamata leontiasi, che gli ha completamente deformato il volto.
Nonostante le difficoltà causate dal suo aspetto "mostruoso", Rocky (che vive con la madre Rusty in un ambiente "alternativo") a causa della sua intelligenza e del suo carattere allegro e socievole, non fatica ad essere apprezzato da compagni e insegnanti. Ma non basta...
Questo toccante film è-purtroppo- tratto da una storia vera: su Internet esistono ancora delle foto del vero Rocky Dennis e vi assicuro che il trucco posto nel film sul viso dell'attore che lo interpreta riprende fedelmente il modello reale.
E' una storia molto intensa, narrata con leggerezza unita a profondità e- almeno così mi è parso- a un forte senso di predestinazione (nel senso che già dall'inizio possiamo intuire come andrà a finire...certo con una malattia del genere non è difficilissimo!).
Mi è piaciuta molta la scelta del regista di presentare Rocky come un qualunque adolescente al di là della sua malattia, fin dalle prime inquadrature: il film inizia presentando una visione della camera del ragazzo, con i poster dei cantanti preferiti, le foto dei giocatori di baseball, i dischi, lo stereo,i libri di scuola, i vestiti buttati dove capita capita...e poi mostrare il protagonista con il suo viso deforme. E' una scelta che fa capire già da subito che la pellicola narra una storia commovente senza indulgere nel sentimentalismo ed evitando l'effetto "lacrima facile".
Rocky Dennis era affetto da una rarissima malattia (colpisce un bambino su 22.000.000!!!) chiamata leontiasi, che deforma le ossa del viso e del cranio dando al volto un aspetto deforme (per certi aspetti simile a quello di un leone, da qui il nome della malattia) e facendolo soffrire di atroci dolori al capo: al bambino erano stati diagnosticati pochi mesi di vita, ma riuscì comunque ad arrivare ai 18 anni studiando con profitto e a diplomarsi con ottimi voti.
Un ruolo non facile sopratutto vista la giovanissima età del protagonista, Eric Stoltz, che però riesce a rendere bene il personaggio di Rocky nelle sue varie sfaccettature: studente modello, ragazzo gentile e disponibile con tutti, molto ironico anche riguardo alla sua malattia, con tanti sogni ma sopratutto il desiderio di fare un viaggio in moto in Europa con il migliore amico; ma anche sofferente per la sua malattia e la sua inevitabile diversità o adolescente ribelle in contrasto molte volte con la madre (talvolta avendo anche ragione, nel caso della sua dipendenza dalla droga).
Rocky nella sua breve vita conoscerà anche l'amore, quello di Diane, una ragazza cieca che quindi può vedere solo la sua vera essenza. Un amore vissuto brevemente per vari motivi, ma molto più vero di tanti altri.
Bravissima Cher nel ruolo (per il quale vinse anche il premio come migliore attrice al Festival Di Cannes del 1985) della madre Rusty, una donna anticonformista e forte, che ha dovuto lottare duramente per dare al figlio non solo le cure ma anche i diritti fondamentali, ha dovuto combattere con i pregiudizi della gente non solo sulla malattia di Rocky ma anche sul suo stile di vita (i migliori amici di Rusty e Rocky sono un gruppo di bikers....anch'essi un bel gruppo che tratta Rocky come uno di loro senza differenze). Ma allo stesso tempo ha anche varie fragilità:la dipendenza dalla droga e il passare da un uomo all'altro senza riuscire ad affidarsi all'unico che invece ama e che ama sia lei che Rocky; diffidenza dovuta probabilmente all'abbandono da parte del padre del ragazzo.
La storia di Rocky è breve e semplice: in fondo, la storia di un ragazzo americano con un problema. Ma rimane impressa nella mente in modo molto potente.
Particolare toccante: nella scena in cui Rocky legge alla madre una poesia da lui scritta, quella poesia è opera del vero Rocky Dennis.
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