Regia di Giacomo Campiotti, con Aurora Ruffino (Cris), Carmine Buschini (Leo),Brando Pacitto (Vale),Pio Luigi Piscitelli (Tony),Lorenzo Guidi (Rocco),Mirko Trovato (Davide),Michela Cescon (Piera), Laura Chiatti (Lilia),Carlotta Natoli (D.ssa Lisandri),Federica De Cola (Asia).
In un ospedale di una non specificata città italiana si intrecciano le vicende di alcuni giovanissimi ricoverati con vari problemi: Vale e Leo, che a causa di un tumore hanno entrambi perso una gamba, Cris, ragazza anoressica, Tony, ingessato dopo un incidente, Davide ricoverato per problemi al cuore e Rocco, in coma dopo un tuffo pericoloso in piscina. Su idea di Leo i sei ragazzi formano il gruppo dei "braccialetti rossi"(i braccialetti che devono portare le persone che vengono operate in oncologia, che Leo regala agli amici)e assieme affronteranno la degenza,le dolorose cure e i vari problemi che una vita "diversa" come la loro può dare.....
Ho recuperato ora questa fiction che quest'inverno ha avuto grande successo, e mi sono accodata ai suoi fan: mi sono davvero appassionata alla vicende dei "Braccialetti rossi"e le sei puntate mi sono sembrate troppo poche!
Il format originale è una serie spagnola "Poiseres vermellas", ispirata all'omonimo libro di Albert Espinosa, scrittore spagnolo che ha passato dieci anni della sua gioventù in ospedale, malato di cancro,prima di riuscire a sconfiggere la malattia.
Non ho letto il libro nè visto la versione originale spagnola, quindi non so dire quanto fedele sia la trasposizione italiana all'originale, comunque sia mi è piaciuta molto.
Certo,avrei preferito che la serie fosse più lunga sopratutto perche così si sarebbero potute meglio sviluppare alcuni aspetti, storie e personaggi: ad esempio mi era piaciuto il personaggio di Olga, la ragazza grassa messa in camera con Cris in uno degli episodi, e sarebbe stato interessante introdurlo come fisso; oppure si sarebbe potuto sviluppare meglio alcuni personaggi del gruppo dei ragazzi più grandi apparentemente bulli.
Ma a parte ciò, la storia è toccante ma narrata in modo leggero e talvolta scanzonato, presentando i protagonisti prima di tutto con i loro caratteri e personalità, al di là delle rispettive malattie, che influiscono (e ciò sarebbe inevitabile, visto anche Vale e Leo sono ricoverati in oncologia ognuno con una gamba amputata a causa di un tumore, mentre Cris è anoressica), facendo a volte dimenticare il loro "problema".
La voce narrante è quella di Rocco, il bambino in coma da mesi per un tuffo pericoloso in piscina, che comunica con gli altri amici grazie a Tony, il ragazzo meno grave, ma con la storia più drammatica alle spalle e con il "potere", appunto, di percepire ciò che dice Rocco dal suo limbo. Un personaggio immobile ma fondamentale per tutti.
Giovani attori sconosciuti (a parte Aurora Ruffino, già vista in "Questo nostro amore" e "bianca come il latte,rossa come il sangue") vengono affiancati da attori adulti già noti al pubblico, che riescono a caratterizzare i loro personaggi di genitori, medici, pazienti adulti lasciando senza prevaricare i più giovani.
Certo i genitori non ne escono benissimo come figure: il padre di Leo non va mai nè a trovarlo nè a parlare con i medici delegando tutto alla figlia maggiore, i genitori di Cris idem, il padre di Vale antepone (almeno inizialmente) la carriera alla degenza del figlio, il padre di Rocco se n'è andato all'estero e non si fa mai sentire...ma come si fa?!
compensano però la mamma di Rocco (Licia Cescon),i genitori di Davide (molto brava Laura Chiatti nel ruolo della compagna, nemmeno mamma del bambino, ma che gli vuole bene come fosse suo), la severa dottoressa Lisandri in realtà persona saggia e sensibile, Nicola l'anziano paziente amico di Leo...
Per quanto riguarda i protagonisti i miei preferiti sono Vale, ragazzo sensibile e intelligente, e il simpatico Tony, sempre allegro ma anche riflessivo (non per nulla Rocco lo scelgie come suo tramite); Cris invece a volte mi ha messo il nervoso, è una ragazza che soffre ma talvolta è anche superficiale (con Olga) ed egoista (con la sorella), anche se presumo che anche questo aspetto faccia parte della sua malattia.
Leo è coraggioso e simpatico, anche tenero visto che gli piace visitare i bimbi appena nati, ma la dura esperienza ospedaliera gli ha fatto sviluppare anche un carttere che dietro la strafottenza nasconde il volersi difendere.
Davide....bè chi se l'aspettava!!!! Da bulletto prepotente aveva appena scoperto il suo vero essere.....ma era proprio necessario farlo morire?!
Unico neo: ma è credibile che dei pazienti di un ospedale possano scorazzare da un reparto all'altro a tutte le ore del giorno e della notte,o anche correre nei corridoi con la carrozzina, od organizzare una partita di basket sul tetto dell'ospedale?!
Ora sto aspettando che arrivi la seconda serie...vedremo se sarà all'altezza della prima!!!
pure io sono diventato fan dei braccialetti rossi!
RispondiEliminapeccato giusto per il finale troppo buonista e per la colonna sonora inascoltabile... :)
Il finale, più che buonista, è sembrato poco credibile: in quattro e quattr'otto sono guariti tutti tranne Leo!
EliminaLa colonna sonora a me invece è piaciuta, infatti sto cercando il CD...del restose si parla di giovanissimi, bisogna mettere le canzoni che ascoltano loro. L'unico inascoltabile, come sempre, è stato Vasco Rossi: se lo avessero messo a me mentre ero in coma, mi avrebbero dato il colpo di grazia....