lunedì 26 marzo 2018

La mossa del cavallo, 2018



Regia di Gianluca Maria Tavarelli, con Michele Riondino (Giovanni Bovara), Antonio Randolfo (Padre Carnazza),Ester Pantano (Trisina Cicero), Angelo Libri (La Mantia), Maurizio Puglisi (Don Cocò).


Montelusa, 1877: Giovanni Bovara, nato da genitori di origine siciliana ma sempre vissuto al Nord, arriva a Montelusa come ispettore capo dei mulini con il compito di individuare gli evasori della tassa sul macinato. Scopre subito uan realtà di intrallazzi a cui non è abituato e che più cerca di dipanare, più diventa fitta, sopratutto dopo che assiste all'omicidio di Padre Carnazza, un prete corrotto e donnaiolo....



Tratto dal romanzo omonimo (1999) di Andrea Camilleri, è il primo film dedicato alla serie di  romanzi ambientati a Vigata in varie epoche storiche, ma non appartenenti al filone del Commissario Montalbano (E infatti il sottitolo del film è "C'era una volta Vigata"). E difatti nel filmato andato in onda prima del film, lo stesso Camilleri dichiara di essere un po' emozionato per questa cosa e sperava che il pubblico lo gradisse.
Credo che possa stare tranquillo:  pare che il pubblico abbia premiato il film in termini di ascolto, mostrando di gradire questa novità fuori dal contesto di Montalbano, che del resto chi legge i suoi libri sa benissimo essere altrettanto forte per questo autore.
Certo i rimandi a personaggi e ambientazioni più famose non mancano: a partire dall'ambientazione nella Vigata del 1800 (comunque la stessa del romanzo) al personaggio del protagonista, che in taluni passaggi davvero sembrava un antenato del celebre commissario, complice anche il fatto che Michele Riondino è l'attore che ha interpretato il Giovane Montalbano. Ma a mio avviso sono cose trascurabili che non inficiano la visione di una storia gradevole anche se vi sono non pochi "punti morti" nella narrazione, momenti che appaiono fastidiosamente lenti e noiosi e rischiano di far venire allo spettatore la tentazione di abbandonare la visione. 

Giovanni Bovara da subito sembra un pesce fuor d'acqua, nonostante le origini siciliane: avendo infatti sempre vissuto al Nord ha interiorizzato il senso dell'ordine, delle regole, del dovere e ne ha fatto un vero e proprio stile di vita; anche per queste sue qualità viene mandato a Vigata, dove trova una situazione in cui ognuno fa quello che gli pare. Il giovane parte con l'idea di portare il suo ordine e il suo modo di fare, ma alla fin fine sarà lui a doversi adeguare, imparando il siciliano come strumento essenziale per capire il modo di agire di certe persone e quindi tirarsi fuori dai guai. Riondino è molto bravo a descrivere il cambiamento interiore prima ed esteriore poi del suo personaggio, ed inevitabilmente poi finisce per fare da mattatore nella vicenda, seppure supportato da personaggi altrettanto validi: il prete corrotto e donnaiolo, la giovane vedova che fa il doppiogioco, i mafiosi disposti a tutto...va bene, anche un po' stereotipati, ma tutto sommato credibili.
Spero che ne facciano ancora di film di questo tipo, dato che molti romanzi di Camilleri di questo filone sono davvero bellissimi.


Nessun commento:

Posta un commento