martedì 13 marzo 2018

In arte Nino, 2017



Regia di Luca Manfredi, con Elio Germano (Nino Manfredi), Duccio Camerini (Romeo Manfredi),Stefano Fresi (Tino Buazzelli), Miriam Leone (Erminia Ferrari), Barbara Ronchi (Rossella Falk).



1940: dopo tre anni passati in sanatorio il giovane Nino esce e la sua strada pare già tracciata: il padre carabiniere infatti, desiderando che l figlio diventi avvocato, lo iscrive all'Università. Ma l'estroso ragazzo non è proprio sicuro che quella sia la sua strada, e ne ha la conferma dopo aver stretto amicizia con un gruppo di giovani studenti dell' Accademia: si appassiona alla recitazione che decide che farà l'attore. Per accontentare comunque la famiglia decide nel contempo di portare l'Università a compimento...



Con questo bel film per la tv il regista Luca Manfredi rende omaggio al padre, il grande attore Nino Manfredi, scomparso nel 2002.
Il film narra in realtà solo una parte della vita dell'attore, ovvero si arriva fino agli inizi della notorietà; ma vediamo comunque che quella di Manfredi è stata una vita singolare di un personaggio singolare fin da subito.
Si comincia nel 1940, quando il giovanissimo Nino è in sanatorio colpito da TBC, e passa il suo tempo a comporre cazoni ironiche e fare imitazioni per rallegrare i compagni di sventura; figlio di un maresciallo dei carabinieri che sogna per lui una laurea in giurisprudenza e un tranquillo avvenire da avvocato, il giovane lascia correre fino a quando, una volta dimesso, si pone davvero il quesito "cosa voglio dalla vita?"; l'incontro decisivo è quello con un gruppo di giovani studenti dell'Accademia di arte (tra cui Tino Buazzelli e Rossella Falck) che gli fa prendere la decisione di laurearsi comunque per non deludere la famiglia, ma studiare arte per soddisfare sè stesso e le proprie ambizioni. Trascorrono così gli anni bui della guerra, si arriva ai primi anni '50 quando ormai laureato e col doppio titolo di studio, il giovane Nino si arrabatta con qualsiasi lavoro e comparsata pur di poter guadagnare pochi soldi; il successo è però dietro l'angolo con l'ingresso nel mondo del cinema, e quasi contemporaneamente conoscerà quella che diventerà la sua compagna di vita, Erminia, giovane indossatrice scottata da un ex fidanzato delinquente....
Insomma il film ripercorre sostanzialmente gli anni della giovinezza di Manfredi e degli esordi, dando un taglio forse un po' romanzato ma sostanzialmente fedele, del resto chi meglio del figlio può conoscere la storia del padre? In sostanza comunque un film godibilissimo e molto ben fatto, e gran parte del merito a mio avviso va a Elio Germano nel ruolo del protagonista; recitato davvero benissimo, a tal punto che in alcune scene si ha davvero l'impressione di rivedere il vero Nino Manfredi, seppure la somiglianza fisica all'originale, anche da giovane, non sia poi tanta. Accanto a lui altri validi comprimari come Stefano Fresi e Barbara Ronchi, e la bella Miriam Leone nel ruolo della fidanzata (poi moglie) Erminia. Proprio la parte riguardante la storia tra Nino ed Erminia risulta a mio avviso un po' affrettata e debole rispetto al resto del film, ma è un difetto accettabile.
Un degno omaggio a uno dei nostri più grandi attori.



Nessun commento:

Posta un commento