venerdì 16 agosto 2013

Gangster squad, 2013


Regia di  Ruben Fleischer, con Josh Brolin  ( John O’Mara), Sean Penn (Mikey Cohen),Ryan Gosling (Jerry Woolers), Emma Stone (Grace Faraday),Nick Nolte (Bill Parker),Anthony Mackie (Coleman Harris),Giovanni Ribisi (Conway Keeler),Michael Pena (Navidad Ramirez),Robert Patrick (Max Kennard),Mirelle Enos (Connie O’Mara).

Los Angeles, 1949: la città è quasi completamente in mano al gangster Mickey Cohen, che attraverso corruzione di polizia, eliminazione di testimoni scomodi e altre attività di questo tipo, mira ad espandere
Per contrastare l’ascesa del boss, il capo della Polizia incarica il sergente John O’Mara di costituire una squadra speciale di uomini esperti nei  vari ambiti della lotta contro il crimine...

Bel film di gangster anche se un po’ patinato, e soprattutto, con una fortissima somiglianza “spero casuale, ma mi sembra poco probabile) con “Gli intoccabili”.
Le coincidenze sono davvero troppe: il detective con famiglia, quello inizialmente riluttante che poi si convince a far parte della squadra dopo un attentato in cui rimane vittima anche un bambino, la vecchia volpe, il poliziotto discriminato per la sua etnia (qui indiano, là italiano), i due buoni che muoiono eroicamente, il boss psicologicamente disturbato,la scena madre dell’inseguimento- sparatoria in stazione….e molti altri, non c’è che dire.
Elemento che invece manca è la pupa del gangster, che alla fine preferirà tornare a una vita onesta e si metterà con uno dei poliziotti,  e che qui è interpretata da uno dei misteri della fede di Hollywood: Emma Stone, considerata una delle attrici più brave e sexy del momento, ma in cui io francamente non ho trovato traccia né dell’una né dell’altra (anzi, la mia opinione è che andrà anche bene di corpo, ma di viso è piuttosto bruttarola): un bel manichino che fa la sua scialbina figurina con quei bei vestiti chic e quella fulgida chioma rossa, ma rigida, legno setta e piuttosto inespressiva come attrice.
Per il resto il film comunque funziona, è appassionante al punto giusto, le  parti più d’azione sono ben alternate con quelle più intimiste dedicate alla vita privata dei protagonisti; finale naturalmente scontato, ma in questi casi sempre piacevole (non credo che ci fosse qualcuno che tifi per il gangster).
Bravi gli attori, su cui spicca il cattivo Sean Penn dal perenne ghigno; belle ambientazioni e costumi, come sopra detto abbastanza patinati e in alcuni casi proprio sfavillanti.
Non credo sarà una delusione per chi ama il genere; per me ad esempio non lo è stato.





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