martedì 1 marzo 2022

Belfast, 2021


 Regia di Kenneth Branagh, con Jude Hill (Buddy),Jamie Dornan (il padre), Catriona   (la madre), Judy Dench (la nonna), Lewis Mc    (will), Claran Hinds (il nonno), Olive Tennant (Catherine).

Belfast, 1969: il piccolo Buddy vive con i genitori, i nonni e il fratello. Un giorno mentre sta giocando per strada alcuni rivoltosi scatenano per la prima volta la violenza contro le case dei cattolici. La famiglia di Buddy, protestante, rifiuta di prendere parte alle persecuzioni contro di essi, ma ciò li pone in una posizione rischiosa....



Ancora sugli schermi con "Assassinio sul Nilo" Kenneth Brangh "doppia" con questo "Belfast", nettamente diverso dall'altro: qui abbiamo una storia autobiografica, che ripercorre l'inizio dei  drammatici anni delle persecuzioni dei cattolici da parte dei protestanti in Irlanda, quando il regista era ancora un bambino. Buddy, protagonista e voce narrante, è appunto l'alter-ego di Branagh.

Il film è girato in bianco e nero, il colore simbolo del passato, dei ricordi e anche- da un certo punto di vista- di una mentalità " antica" destinata inevitabilmente a cambiare con il passare del tempo e il cambio di generazioni (simbolo di modernità e dei sogni che potrebbero avverarsi le scene di colore al cinema e nello spettacolo teatrale a cui Buddy assiste nel corso del film). Un mondo dove si può tranquillamente giocare per strada, dove tutti ti conoscono e tu conosci tutti, dove non c'è rischio che un bambino si perda perchè i genitori guardano non solo il proprio figlio ma anche quelli degli altri...insomma, il mondo che abbiamo sempre sentito raccontare dai nostri genitori e nonni. 


La vita di Buddy è quella di un qualunque bambino dell'epoca: la famiglia,i  giochi per la strada con gli amici, la scuola, il primo amore verso una compagna di scuola cattolica (la sua famiglia è protestante), il rapporto con i nonni: in tutto questo si inserisce improvvisamente la violenza, di cui Buddy diviene testimone quando gli attivisti anti-cattolici proprio all'inizio del film attaccano la strada dove il bambino vive e sta giocando, picchiando i cattolici e cercando di distruggere le loro case. Cominciano a comparire le barricate, la gente che controlla dai documenti sei sei cattolico o protestante, le minacce prima  e le persecuzioni poi verso i protestanti che rifiutano di appoggiare la persecuzione (come i genitori e nonni del protagonista). Si diffonde l'odio tra vicini di casa, compagni di scuola, amici, persone che ti conoscono e con cui hai sempre convissuto: tutto drammaticamente attuale.

La vita quotidiana con i sogni, le speranze, i racconti dei nonni, i regali di Natale comincia a convivere con una cornice in cui trova sempre più posto la violenza, anche per chi non la desidera: unica fuga dalla realtà sembra essere proprio l'arte (cinematografica, teatrale, musicale), fino a quando si renderà davvero necessario prendere soluzioni più drastiche. 

Molto bravi tutti i componenti del cast, in particolare proprio il piccolo protagonista Jude Hill, uno sguardo limpido e innocente ma proprio per questo spietatamente vero su una realtà feroce e schiacciante. 






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