Il 12 dicembre 1969 una bomba scoppia alla Banca dell'Agricoltura in Piazza Fontana a Milano, uccidendo 17 persone, tra cui Pietro Dendena, che lascia la moglie e due figli, Francesca e Paolo. Proprio Francesca, all'epoca 17enne, per reagire al dolore si farà portavoce della memoria di quanto accaduto....
In occasione del cinquantenario della strage di Piazza Fontana, primo attentato terroristico in Italia e considerato ufficialmente il primo evento cui si può fare risalire la cosiddetta "strategia della tensione", la Ra manda in onda questo docufilm con protagonista e voce narrante Giovanna Mezzogiorno nel ruolo di Francesca Dendena, figlia di una delle vittime e fondatrice e presidentessa (fino l 2010, anno in cui è mancata) dell'associazione dei Familiari delle Vittime di Piazza Fontana, impegnata per tutta la sua vita non solo a seguire le vicende giudiziarie riguardanti il fatto in questione ma anche a tenere viva la memoria di quanto accaduto.
Attraverso le immagini di repertorio e gli interventi di vari personaggi coinvolti a vario titolo nella vicenda viene ripercorsa la vicenda giudiziaria e umana delle vittime della strage e delle loro famiglie, tra depistaggi, ergastoli tramutati in assoluzioni, anni di processi vanificati che a tutt'oggi hanno portato solo ad accertare la matrice neofascista della strage; ma anche fra legami di amicizia e solidarietà che si sono formati tra queste persone, spesso proprio per reagire al proprio dolore e tappare i buchi che lo Stato lascia nella vita quotidiana dei familiari delle vittime.
Molto forte e sentita l'interpretazione della Mezzogiorno, in primo piano, ma anche degli altri attori coinvolti nel filmato.
Girato con uno stile asciutto e senza sbavature, è un prodotto che tuttavia colpisce non solo chi viene a conoscenza della vicenda solo oggi (magari perchè è giovane) ma anche quelli che all'epoca c'erano e hanno seguito la vicenda attraverso i media.
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